giovedì 19 dicembre 2024

URANIA n.15 - Robert A. Heinlein: Oltre L'Orizzonte



I loro problemi erano stati risolti: i poveri non esistevano più, i malati,
gli storpi, i ciechi erano storiche memorie di un passato lontano, le antiche
cause di guerra erano state definitivamente abolite, gli Uomini non avevano
mai goduto di tanta libertà. Avrebbero dovuto essere tutti immensamente
felici...
Hamilton Felix arrivò al tredicesimo piano della Sezione
Compartimentale della Finanza, servendosi della scala mobile di sinistra, poi
sceso dalla pista scorrevole, si fermò davanti a una porta con la scritta:
MINISTERO DELLE STATISTICHE ECONOMICHE
UFFICIO ANALISI E PREVISIONI
DIREZIONE
RISERVATO
Punzonò la porta con una combinazione cifrata e attese il controllo visivo
che ebbe luogo immediatamente. La porta si aprì, e dall'interno una voce
disse: – Entra, Felix.
Felix obbedì, e dopo un'occhiata al suo ospite disse: – Tu fai novantotto.
– Novantotto che cosa?
– Novantotto gatti arrabbiati negli ultimi venti minuti. È un gioco. Ho
finito il conto in questo momento.
Monroe-AIpha Clifford ebbe un'espressione sorpresa, cosa che gli
capitava spesso quando aveva a che fare col suo amico Felix. – Come sarebbe
a dire? Hai certamente contato anche i contrari, immagino?
– Si capisce. Novantotto poveracci che avevano perduto il loro ultimo
amico, e sette che avevano l'aria contenta. Però – aggiunse, – per arrivare a
sette ho dovuto contare anche un cane.
Monroe-AIpha diede ad Hamilton una rapida occhiata nel tentativo di
capire se l'amico scherzava o no. Ma non ci riuscì. Raramente ci riusciva.
Molto spesso le osservazioni di Hamilton non avevano alcun contenuto serio,
e molte volte sembravano, almeno da un punto di vista tecnico, totalmente
prive di senso. E non rispettavano nemmeno i sei principi dell'umorismo.
Monroe-Alpha andava orgoglioso del proprio senso ironico ed era noto tra i
subalterni per il vezzo di pontificare sulla necessità di conservare sempre e
comunque una certa vis comica. La mente di Hamilton, invece, sembrava
seguire una misteriosa illogicità tutta sua, dotata di una certa sostanza, forse,
ma in apparenza completamente distaccata dal mondo reale.
– Qual è lo scopo dei tuoi calcoli? – chiese.
– Ho forse bisogno di uno scopo? Ti ripeto, mi sono divertito a finirli
giusto adesso.
– Ma i tuoi numeri non possono avere significato scientifico. Non è
possibile, con dati talmente scarsi, ricavare un diagramma esatto di
andamento. D'altronde, le tue supposizioni non sono controllate, e perciò i
risultati non hanno importanza.
Hamilton levò gli occhi al cielo. – O Fratello Maggiore, ascoltami -
mormorò. – O Vivente Spirito della Ragione, abbi pietà del Tuo servo. Nella
Tua più grande e sempre prospera città mi accorgo che l'aceto spumeggia in
ghigni nel rapporto di quattordici a uno... e lui dice che questo non ha
importanza!
Monroe-Alpha fece un gesto di dispetto. – Ti prego di non essere
irriverente – protestò. – E poi, il rapporto esatto è di sedici e un terzo a uno.
Non avresti dovuto contare il cane.
– Oh, lascia perdere! – gli rispose l'amico. – Come va la caccia alla coda?
– Si mise a girare per la stanza, mostrando di interessarsi ora a un oggetto ora
a un altro, sotto lo sguardo inquieto di Monroe-Alpha. Alla fine si fermò
davanti all'immenso accumulatore integrativo. – Mi sbaglio o è quasi giunto
il momento delle tue previsioni trimestrali?
– Non quasi... è il momento. Avevo appena terminato la prima serie
comprensiva quando sei arrivato tu. Vuoi vederla? – Si avvicinò alla
macchina, premette un pulsante, e da una fessura usci una copia fotostatica
che Monroe-Alpha staccò e consegnò a Hamilton senza neppure darci
un'occhiata. Non ce n'era bisogno: tutti i dati idonei erano stati immessi nel
calcolatore, e lui sapeva con certezza assoluta che ne sarebbe uscita la
risposta esatta. L'indomani avrebbe rielaborato un'altra volta il problema,
servendosi di un diverso procedimento. Se le due risposte non fossero andate
d'accordo, entro i limiti di errore concessi alla macchina, allora le cifre
avrebbero cominciato a interessarlo, a interessarlo enormemente. Ma questo,
naturalmente, non sarebbe successo.
Le cifre avrebbero dunque interessato i suoi superiori, dato che a lui
interessava soltanto il procedimento.
Hamilton scorse lo scritto con occhio non professionale.

 

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