venerdì 1 marzo 2024

Capitolo 6: Martedì 16 maggio 2017





GattaCiCovaModena
di Stefano Soranna

Cari lettori, dopo un inizio folgorante, le notizie scarseggiano, gli inquirenti si sono rinchiusi in un sospetto mutismo e le frecce al nostro arco sembra siano calate improvvisamente. 
Non direi bocche cucite, ma di certo riserbo reverenziale, dettato probabilmente dall’insistenza della polizia che sembra stia battendo a tappeto la zona del Villaggio Giardino per recuperare notizie sulla coppia, segno che sono sorti molti dubbi su questo incidente.

"Non lasciare mai nulla al caso e presto non avrai altri che il tuo buon senso a farti compagnia." [cit. Gustavo Acquaviva]

"Niente è come sembra niente è come appare perché niente è reale" [cit. Franco Battiato]
E con queste considerazioni ci sentiamo in dovere di dubitare più seriamente di cosa sia successo, quella che sembrava nei primi momenti una disgrazia, sembra ora prendere altre connotazioni e tutti stanno cominciando a scavare nella vita dei personaggi che interpretano questa vicenda. Nessuno parla, come sempre, ma noi della stampa abbiamo il solito vantaggio, il delatore o l’informatore dilettante non ama le divise e quindi si rivolge più facilmente ai giornalisti, sta poi a noi setacciare le informazioni e separare le informazioni buone dalle fasulle, il mitomane è sempre in agguato.
Tornando ai fatti e dopo i doverosi controlli, abbiamo estrapolato che la serenità mentale del signor Giorgio aveva già cominciato a vacillare da qualche tempo. Questo strano tran tran non riusciva più a reggerlo. La sua preoccupazione era il futuro, come sembra abbia confidato a un amico in via ufficiosa. Aveva valutato anche la possibilità di una separazione matrimoniale, scartata quasi subito in quanto si era reso conto che avrebbe potuto benissimo vivere serenamente per via del suo lavoro, ma la moglie, disoccupata e malata che fine avrebbe fatto? Se poi lui avesse dovuto passare gli alimenti la situazione sarebbe stata forse, dal punto di vista economico, più svantaggiosa che il restare uniti.
E saputo ciò sono nate una serie di ipotesi. Se uno si rende conto che la sola separazione non funziona, come potrebbe pensare di farla semplice in modo che almeno uno dei due possa campare dignitosamente? 
Se morisse lei, lui non avrebbe problemi, il difficile è farla franca, ma se morisse lui, lei tra liquidazione, pensione ed eventuali assicurazioni, potrebbe condurre una vita triste ma dignitosa. 

E a questo punto siamo di fronte a un trilemma:

disgrazia, suicidio, omicidio?
 
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«Eccomi Ste... allora, la mia vicina ha visto l’Iside, io purtroppo non ce l’ho fatta, sono rientrato molto tardi, lei ha carpito racconti strani, mi sa che questa vicenda si complica. L’ha convinta, senza troppa fatica, a invitarci a casa sua stasera, ti passo a prendere dopo cena, attorno alle 21.»


«Pronto Stefano, ho un paio di notizie. Sono stato in farmacia, come avevo promesso, ormai alla mia età non ho più il fisico e i dolori per le corse massacranti a cui mi sottopongo stanno diventando continui e noiosi. Beh, dicevo, sono stato in farmacia per gli antinfiammatori, ho parlato con la farmacista che conosco riguardo alle medicine della signora Lara, mi ha detto una cosa curiosa, poi vedi tu cosa riesci a ricavarci. Ti mando un file con tutte le considerazioni, poi tu trarrai le conclusioni.»


«Ciao Stefano, ho finalmente mandato le foto a Grogghino. Io non riesco ad applicarmi, Pisquano mi sta con il fiato sul collo e questo mi toglie la concentrazione. Sono sempre più convinto che le cose non siano come sembrano, i tuoi colleghi stanno cominciando a scalpitare, ho subodorato che questa morte è strana e l’indagine è più complicata del previsto. Voi dovete proprio darmi una mano, purtroppo noi con i tagli alle spese e le riduzioni di personale non abbiamo mezzi e tempo per venirci a capo.»
«Luigi, neanche a dirlo eh, ti aiutiamo alla grande, siamo una squadra noi, siamo forti e alla fine risolveremo il caso. Voi mi avete sempre protetto e ora tocca a me ricambiare. Vedrai che vinceremo, farai bella figura col questore e con l’opinione pubblica, stai sereno.»


«Ciao Stefano, hai un minuto?»
«Dimmi Grogghino, sono tutto orecchi...»
«Allora, Cataldo mi ha girato le foto della scientifica. E’ tutta mattina che le guardo, c’è qualcosa che non mi convince. Più le studio e più mi sembrano non conformi a quello che dovrebbe essere, ma non riesco ancora a capire cosa.»
«Dai Grogghino, scervellati, un respiro profondo e sputa il rospo... poi torna al tuo lavoro, non devi far aspettare i tuoi clienti.»
«Tranquillo, loro non hanno più fretta, sono tutti belli distesi sui loro lettini in cella frigorifera, non scappano di certo... sono rilassati per l’ultimo viaggio. Appena capisco cosa mi tormenta ti mando una mail.»
«Ahahahahah, allora ci vediamo domani sera, ci pensi tu ad avvertire Cataldo? Io avverto gli altri? Ciao e grazie.»

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