giovedì 25 gennaio 2024

Jean Sibelius + Sinfonia n.2 in re maggiore op. 43 (1901)

Hameenlinna [Finlandia] 8-XII-1865 - Jarvenpiili 20-IX-1957

Lasciato lo studio della legge per la musica, studiò con Wegelius e Kajanus a Helsinki, poi a Berlino e a Vienna con Goldmark e Fuchs. Suonò per breve tempo il violino in un quartetto di Helsinki e dal 1892 insegnò a quel Conservatorio, iniziando ben presto anche l'attività direttoriale, limitata per lo più alle proprie composizioni.
Dal 1900 circa si dedicò quasi esclusivamente all'attività di compositore, avendo ottenuto una pensione annua dal governo, e nel 1904 si stabilì a Jarvenpaa, a pochi chilometri da Helsinki: solo nel 1914 insegnò per un anno al New England Conservatory di Boston. Dal 1929 alla morte non produsse praticamente più nulla di rilevante. In Finlandia gli sono stati intitolati un premio di composizione, un'Accademia (a Helsinki) e un festival musicale.
Appartenente alla generazione di Strauss, Mahler, Debussy, Busoni e Reger, Sibelius è in ogni senso un rappresentante del tardo romanticismo ottocentesco. Anche se visse fino ad oltre la metà del secolo scorso, egli rimane indissolubilmente legato al tardo sinfonismo germanico e al mondo espressivo di Ciaikovski, di cui può essere considerato un diretto successore anche per la relativa vicinanza di certe fonti musicali popolari. È significativo
del resto che, al pari di Strauss, Sibelius abbia prodotto tutte le sue opere più notevoli entro il 1920 circa: sembra che, dopo la prima guerra mondiale, gli sia venuta meno la temperie culturale adeguata al suo tipo di espressione musicale, tanto che non riuscì a produrre più nulla di genuino negli ultimi trent'anni di vita.

Sinfonia n.2 in re maggiore op. 43 (1901)
Sembra che all'origine di questa che è tra le più popolari sinfonie di Sibelius, ci sia un'intenzione programmatica: nel primo tempo la descrizione della quieta vita pastorale dei finlandesi, nel secondo il sentimento patriottico che si ritira nell'intimità di fronte alla brutale oppressione, nel terzo il risveglio del sentimento nazionale, nel quarto la speranza di una definitiva liberazione.
È indubbiamente una delle pagine più ricche di sentimento e di suggestive atmosfere, nobile ed espressiva soprattutto nei primi tre tempi, mentre il "Finale" risulta più stanco e banale; anche qui il principio sinfonico viene rispettato se non altro nel senso della costruzione di episodi drammatici o
contrastanti, densi di un pathos genuino e comunicativo.
La Sinfonia inizia con un "Allegretto" (si noti la mancanza dell'introduzione lenta), a cui seguono un "Tempo andante ma rubato" dalle sonorità varie e avvincenti, un " Vivacissimo" pieno di fuoco inframmezzato da un mesto episodio "Lento e soave," e il "Finale" ('Allegretto moderato') in forma di rondò,
che sfocia verso la fine in un tempo più moderato e solenne.

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