lunedì 11 dicembre 2023

Capitolo 88: La cioccolata calda, Modena, febbraio 1970

Oggi, come tanti altri giorni, quando non piove, vado a studiare dal mio compagno di classe Fabrizio Fregni in bicicletta, in Via Ganaceto, stiamo preparando l’esame di terza media. Io e Fabrizio ci conosciamo da tanto, abbiamo fatto le elementari nella stessa classe, e poi anche le medie; se veniamo promossi andiamo pure allo stesso liceo, speriamo di finire ancora nella stessa classe. Anche Piero Cavallini è stato con noi alle elementari e alle medie e, forse, verrà nello stesso liceo pure lui, ma con lui studio poche volte. Vado da Fabrizio perché a casa sua non c’è nessuno che ci disturbi e stiamo lì tutto il pomeriggio. E' sera, è circa l’ora della merenda, quindi andiamo a trovare sua madre in Piazza XX Settembre, in bici o a piedi. Lei ha un chiosco e vende borsette, borse, valige, portafogli e ombrelli, come per altro un sacco di suoi colleghi nella stessa piazza. Mi sono sempre chiesto dov’è la differenza tra un venditore e l’altro, la roba viene comprata nello stesso magazzino e i prezzi sono praticamente identici, mah… Da Via Ganaceto, prendiamo la Via Emilia verso il Duomo e all’altezza di Piazzetta della Torre, attraversiamo Piazza Grande e raggiungiamo Piazza XX Settembre. Un saluto doveroso alla Maria e poi ce ne andiamo nella latteria, quella a fianco di Careghin, il negozio delle sementi. 
In latteria ci sediamo a un tavolino e prendiamo la cioccolata calda. Mentre fuori c’è il profumo di caffè che viene dal bar all’angolo, dentro invece c’è profumo di latte e di cioccolato. Arriva la tazza, fumante, col suo bel denso liquido vellutato marrone; verso un paio di cucchiaini di bianchi granellini di zucchero che contrastano con il colore scuro; li osservo mentre lentamente si fanno strada attraverso la pellicola che si è creata sulla superficie. Poi con il cucchiaino mescolo, amalgamo tutti gli ingredienti. Quando ho miscelato bene, posiziono il cucchiaino al centro del liquido, e lo lascio lì, in piedi, metà dentro e metà fuori, non casca, non si muove, lo osservo e godo al pensiero che fra poco ingollerò questo dolce nettare...

 

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