martedì 3 dicembre 2024

MONDADORI n.13 - Freeman Wills Crofts: I tre segugi



Il signor Avery, direttore generale della Compagnia di Navigazione a
vapore Insulare e Continentale, appena arrivato nel suo ufficio, fece un
rapido spoglio della corrispondenza, diede un'occhiata agli impegni della
giornata, un'altra al quadro dei movimenti della compagnia; poi, dopo
pochi minuti di riflessione, chiamò il segretario della direzione, Wilcox.
— Vedo che questa mattina è arrivato il Bullfinch da Rouen — disse. —
Deve avere un carico di vino per la Norton & Banks.
— Lo ha, signor direttore — rispose il segretario . — Ho già telefonato
all'ufficio al Dock per assicurarmene.
— Sta bene... ma dovremmo curarci dello scarico in modo particolare.
Lei ricorda le seccature che ci hanno dato per l'ultima spedizione...
Dovrebbe mandare qualcuno di cui ci si possa fidare. Di chi potrebbe
disporre?
— Potrebbe andare Broughton; c'è già stato altre volte.
— Allora, provveda lei... va bene? E mi mandi la signorina Johnson; mi
metterò subito alla corrispondenza.
L'ufficio era il quartier generale della Compagnia di Navigazione a
vapore Insulare e Continentale, più comunemente nota sotto l'indicazione
I. & C, e occupava tutto il secondo piano di un grande palazzo nella
Fenchurc Street. Era una grossa azienda che possedeva una trentina di
vapori, da 300 a 1000 tonnellate, per il commercio tra Londra e i porti
minori del Continente; aveva la specialità dei bassi noli, ma in compenso
non sforzava le sue navi e si asteneva volentieri dal competere in velocità
con le linee più costose. Date queste condizioni, essa faceva un largo
traffico con ogni genere di merci, escluse naturalmente, quelle facilmente
deperibili.
Il signor Wilcox si diresse allo scrittoio al quale lavorava Broughton:
— Signor Broughton — disse — il signor Avery le domanda di andare
subito al porto a sorvegliare la consegna della spedizione di vino alla
Norton & Banks che è arrivata questa notte con il Bullfinch da Rouen.
Questi signori, l'ultima volta, hanno sollevato un mucchio di contestazioni,
si sono lagnati del controllo... e stavolta dobbiamo stare molto attenti.
Ecco qui le fatture. Ma le raccomando: lei non deve stare alle cifre degli
scaricatori; esamini lei stesso ogni botte.
— Sta bene, signor Wilcox — rispose Broughton, che era un bravo
giovanotto di ventitré anni, con un aspetto da fanciullone e modi assai
simpatici.
Era tutt'altro che malcontento di scambiare la monotonia dell'ufficio con
il trambusto e la vivacità del molo. Si affrettò a mettere da parte i suoi
scartafacci, intascò le fatture, prese il cappello e discese le scale a
precipizio.
Era il primo aprile e una mattina splendida. Dopo un periodo freddo e
piovoso, c'era già nell'aria il soffio della primavera, e il contrasto rendeva
più piacevole l'esistenza. Il sole brillava di quella luce chiara e fresca che
sfoggia solo dopo la pioggia. Broughton si sentiva lo spirito sollevato,
mentre attraversava le strade affollate per giungere al bacino di St.
Katherine, dove aveva attraccato il Bullfinch. Questo, da poco uscito
dall'annuale revisione, appariva pulito e gaio nel suo nuovo manto di
lucida pittura.
Lo scarico stava per incominciare. Broughton arrivò sul ponte quando
dalle mezzane del boccaporto della cala più bassa, dove stavano le botti,
erano già stati tolti i carabottini, e si stavano alzando gli sportelli.
Broughton, col suo taccuino in mano, discese nella stiva e lo scarico
delle botti incominciò. Esse si innalzavano oscillando, appese alla catena
dell'argano, a gruppi di quattro tenute insieme da forti cappi di corda,
infilavano il boccaporto, si libravano al di sopra del ponte, calavano nelle
chiatte... Broughton annotava.
Il lavoro procedeva ordinato e spedito. Gli uomini dalla stiva si
affannavano a spingere e a tirare quei pesanti fusti per presentarli ai cappi.
A poco a poco lo spazio immediatamente sotto il boccaporto fu sgombro, e
allora le botti vi venivano fatte rotolare dalla parte più lontana della stiva.
Mentre si stavano sollevando quattro botti legate insieme, Broughton,
che si era voltato per esaminare la partita successiva, all'improvviso udì
grida concitate:
— Attenti!... Viene giù!... Attenzione!...
Si sentì afferrare alle spalle e tirare violentemente indietro. Si scansò di
fianco appena in tempo per vedere le quattro botti staccarsi dalle corde e
precipitare pesantemente sull'impiantito della cala.
Per fortuna, non erano ancora giunte molto in alto; nondimeno il tonfo
fu rovinoso. Degli uomini nessuno si fece male; delle botti, le due di sotto
furono piuttosto danneggiate, il vino incominciò a sprizzare tra le doghe, e
si dovette provvedere a ripararle provvisoriamente, la terza risultò senza
avarie. Ma quando vennero alla quarta, videro che stava peggio di tutte.
Quest'ultima botte differiva dalle altre; Broughton, anzi, aveva già
notato che non apparteneva alla partita da consegnare alla Norton &
Banks. Era di legno più robusto, meglio rifinita, dipinta di un chiaro color
di quercia e verniciata. Si vedeva subito che non conteneva vino; e quello
che aveva attirato l'attenzione sulle sue avarie era stato un pizzico di
segatura di legno che era sfuggito da una fessura apertasi all'estremità di
una doga.
— Curiosa questa botte! — disse Broughton al capostiva del Bullfinch,
l'uomo che lo aveva tirato indietro al momento del pericolo, e che si
chiamava Harkness. — Ne avete viste delle altre di questo genere?
Harkness era un omone grande e grosso, con zigomi sporgenti, mento
quadrato, baffi rossicci. Broughton lo conosceva da qualche tempo, e
aveva un alto concetto della sua sveltezza e capacità.

 

Nessun commento:

Posta un commento