mercoledì 25 ottobre 2023

La confessione



No, ho detto di no
Non ero neppure in città
Ero andato al mare
No, ero da solo
Se ho un alibi?
Perché dovrei avere un alibi?
Morta?
E pensate che sia stato io?
Come omicidio?
E sospettate di me?
Secondo voi avrei un movente!
Allora, perché l’avrei uccisa?
Perché mi tradiva?
Ah, mi tradiva, cazzo!
Beh, se l’avessi saputo prima 
l’avrei ammazzata di sicuro
Volete le mie impronte?
Cazzo, era mia moglie!
Ce ne saranno a migliaia lì
Ah, non l’avete trovata a casa…
e…dov’era?
Ok, d’accordo, le domande le fate voi

Sono uscito di casa presto
Ho preso la macchina
Sono andato a Ostia
Ho trovato un luogo tranquillo
Mi sono messo a prendere il sole
Ho fatto un bagno
Ho mangiato un panino
Sono stato là tutto il pomeriggio
Poi verso sera sono tornato a casa
Lei non c’era
Verso le 21 siete arrivati voi…
Qualche testimone?
E che ne so! 
Se sapevo che dovevo procurarmi un alibi…
Sì, ho una Ferrari giallo canarino
Posso andare allora?

Ecco, voglio confessare
Non ce la faccio più
Sono due giorni che mi perseguita
Come chi?
Ma il suo fantasma!
Mi ha rovinato la vita
E continua anche adesso che è morta!
Va bene, va bene, da principio
Non era per tradimento
Aveva preso il vizio del gioco
Mi stava quasi rovinando
Ho provato di tutto per fermarla
Ma niente
Poi ho scoperto che si era rivolta all’usura
E nonostante io pagassi i suoi debiti
quelli aumentavano sempre
perché lei continuava a giocare
e a farsi prestare soldi
Così un giorno ho deciso
C’era un mio amico che erano anni che voleva fare un giro con la mia Ferrari
Allora quel giorno gliel’ho prestata
Lui oltretutto mi assomiglia pure
Gli ho detto di tenerla fino a sera
Gli ho detto anche che avevo un’amante, balla
Così mi sono costruito l’alibi
Mia moglie era disposta a tutto per i quattrini
Avevo preso contatto con lei sotto falso nome
Le avevo fatto credere di essere un usuraio
Le avevo proposto un giorno di sesso in cambio di una grossa somma
L’ho attirata in quell’alberguccio
Mi sono presentato mascherato 
testa mani piedi mutande in lattice nero
per questo non c’erano impronte
Le ho fatto credere di essere sadomaso
Lei in un attimo si è preparata, quella troia
Poi abbiamo cominciato a toccarci
Prima mi sono fatto condurre al guinzaglio
cavalcare e frustare
ma lei ci andava leggera
ci teneva ai suoi maledetti soldi
Poi l’ho legata al letto
con manette di velluto rosa
Ho iniziato a frustarla io, stavolta, con vigore
Più urlava e più picchiavo
L’ho fatta sanguinare e mi sono sentito Dio
L’ho vista piangere
L’ho vista sorridere 
quando le ho detto che avrei raddoppiato la posta
I suoi occhi luccicavano come diamanti
Allora ho preso la frusta alla rovescia
Ho cominciato a penetrarla col manico, davanti e di dietro
Lei urlava e godeva
Allora le ho cinto il collo con le mani
e ho cominciato a stringere
Più stringevo e più mi eccitavo
Lei si divincolava, non aveva ancora capito
Le ho tappato la bocca con una pallina
Mi sono tolto la maschera
ed ho osservato il terrore impadronirsi del suo volto
ho stretto la presa finché non ho sentito il suo collo spezzarsi
Ho sfilato la frusta 
e l’ho posseduta

Nessun commento:

Posta un commento