domenica 15 ottobre 2023

Gioacchino Rossini + Sei Sonate a Quattro per archi (1804)

 

Pesaro 29-II-1792 - Passy [Parigi] 13-XI-1868

La superba parabola del genio rossiniano è certo a tutti ben nota: allievo del Mattei a Bologna, precocissimo come cantante e cembalista, incomincia a scrivere per il teatro non ancora ventenne, riscuotendo lusinghieri successi nei teatri di mezza Italia. Le sue opere vengono rappresentate a Roma, Venezia, Milano, Bologna e cosi via, poi a Napoli, e nel 1816 "esplode" a Roma il Barbiere. Nel 1822 va a Vi enna dove cono­sce Beethoven, nel 1823 dirige propri lavori a Londra e nel 1824 è a Parigi come direttore del Théàtre Italien, per essere nominato poco dopo compositore del re. Al culmine di una carriera gloriosa, all'età di 37 anni cessa improvvisamente di produrre per il teatro, e passerà altri quarant'anni di vita circondato dalla venerazione dei musicisti di tutto il mondo ma producendo ormai solo qualche pezzo di non eccezionale rilievo, per lo più di musica sacra, vocale e da camera. I suoi funerali furono
solenni, e nel 1887 la salma fu traslata in S. Croce a Firenze.
Rossini fu musicista essenzialmente teatrale, ma le sue ouvertures d'opera sono entrate da tempo nel normale repertorio concertistico, mentre capita anche di ascoltare qualcuna delle sonate per archi. Nell'ouverture (o " Sinfonia, " come usava allora) adottò il modello italiano classico, di tipo brillante, ma
a volte vi introdusse anche dei temi tratti dall'opera, in modo da avvicinarsi in questo piuttosto al modello gluckiano. In ogni caso le sue ouvertures rimangono modelli geniali di pregnanza ed eleganza strumentale, e mantengono per lo più un carattere smagliante anche se non mancano i momenti di pensoso raccoglimento, come nel famoso adagio introduttivo del Guglielmo Tell. Nelle sonate per archi profonde il suo humour tipicamente teatrale sempre raggiungendo effetti di un'arguzia travolgente, unita peraltro al dono melodico che gli è innato e a un perfetto equilibrio formale. Le sue opere strumentali, come quelle teatrali, non sono anticipatrici né rivoluzionarie, ma testimoniano la viva, arguta presenza di un uomo che vede
nella musica un giuoco sublime, solo qualche volta venato di un'ombra di malinconia.


Sei Sonate a Quattro per archi (1804)
Composte da Rossini a dodici anni, queste Sei sonate risultano ancor oggi di
una mirabile freschezza, di un'eleganza di fattura che ci mostra nel compositore pesarese un vero novello Mozart. Capita di ascoltarne qualcuna in concerto, nella versione per orchestra da camera. Si noti la mancanza delle viole e la presenza del contrabbasso (a cui sono affidati anche passaggi di notevole difficoltà), il che fa pensare si trattasse di un omaggio al contrabbassista Triossi, di cui Rossini era allora ospite a Ravenna. Diamo qui l'elenco di queste garbate composizioni, della durata di pochi minuti ciascuna:
1 ) Sonata in sol maggiore nei tempi " Moderato," "Andantino" e " Allegro ";
2) Sonata in la maggiore nei tempi " Allegro," "Andantino" e "Allegro ";
3) Sonata in do maggiore (è la più celebre del ciclo, con i famosi passaggi umoristici affidati al contrabbasso nel primo e nel secondo tempo); i tempi sono "Allegro," "Andantino" e " Allegro " ;
4) Sonata in si bemolle maggiore nei tempi "Allegro," "Andantino" e "Allegretto";
5) Sonata in mi bemolle maggiore nei tempi "Allegro", "Andantino" e "Allegretto";
6) Sonata in re maggiore nei tempi "Allegro, " "Andante" e "Allegro (tempesta)".

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