Sveglia presto stamane. Fuori c’è un bel sole e un bel caldino, usciamo di casa io e la mamma, lei ha chiamato un taxi, il papà non dorme qui con noi, lui partecipa a un congresso medico all’Eur e noi siamo a casa dello zio Emilio, un fratello della mamma, e della zia Ida, sua moglie.
Siamo arrivati ieri e siccome pioveva, io ho passato la giornata a casa a giocare con un puzzle enorme assieme a mia cugina Mariolina, che è più grande di me.
I miei fratelli sono rimasti a Modena, questo è un viaggio premio per la mia promozione all’esame di V elementare e per il mio compleanno che verrà alla fine di Agosto, dieci anni!
Saliti sul taxi la mamma dice “Vaticano” e quello sfreccia per le strade di Roma.
La piazza ... è enorme, la chiesa imponente come il doppio porticato.
C’è un mucchio di gente, tutti in piedi, accalcati, col naso all’insù verso una finestra aperta. La mamma mi dice che il Papa dovrebbe affacciarsi da lì, fra poco.
Io non ho mai visto un Papa, e così mi metto anch’io con il naso all'insù. A un certo punto la folla rumoreggia, si sentono dei fruscii, la gente è agitata, poi tutti cominciano ad applaudire e io guardo in alto, cercando uno spazio fra le teste. Nella finestra, piccola per la distanza, è comparsa una figura vestita di bianco, ha in testa un copricapo bianco, tiene le mani giunte, poi allarga le braccia e tutti si inginocchiano, finalmente posso vederlo bene!
Lui riunisce i palmi, fa il segno della croce al volo e tutti lo ripetono su se stessi e poi si rialzano, per me fine dello spettacolo.
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