domenica 9 luglio 2023

Darius Milhaud + Symphonie n.1 op.210 (1939)

(Marsiglia, 4 settembre 1892 – Ginevra, 22 giugno 1974)

Lasciato Io studio del violino per quello della composizione, venne fin da giovane in stretto contatto con l'ambiente culturale di Parigi. Fu per qualche tempo in Brasile come attaché dell'ambasciata (di qui la sua predilezione per la musica popolare di quel paese) e nel 1918 entrò in contatto con Cocteau e Satie e fece parte del "Groupe des Six" Dopo il 1920 lo troviamo in giro per l'Europa, presente in numerosi festival di musica contemporanea, ma all'inizio della seconda guerra mondiale si trasferisce negli Stati Uniti come insegnante a Oakland, in California. Nel 1947 ritorna a Parigi, dove ha insegnato al Conservatorio e dal 1948 dirige la sezione musicale di quella stazione radio.
Assai in vista fin da giovane tra i gruppi avanzati della musica contemporanea europea, fu considerato ben presto un enfant terrible della musica, paragonabile in questo a Honegger, a Antheil e a Hindemith. La sua produzione, nata sotto l'insegna del " Groupe des Six," risentì ben presto dei più svariati influssi (neoclassicismo, jazz, politonalismo e cosi via), ma egli
riuscì, almeno nel periodo più felice della sua attività compositiva, a fonderli in uno stile coerente e personale, che lo vide per parecchi anni tra i protagonisti delle vicende musicali contemporanee.
Nel periodo giovanile prediligeva i ritmi complessi, le sovrapposizioni armoniche bitonali e politonali, un contrappuntismo assai denso, unito a un senso libero della forma e a un atteggiamento ironico e pungente, dove però primeggiava sempre l'esigenza melodica, un senso del lirismo tipicamente
mediterraneo e "francese. " Ultimamente Milhaud ha abbandonato l'aggressività del primo periodo, seguendo un'evoluzione paragonabile a quella di Hindemith.
La produzione di Milhaud è sterminata: è autore di numerose opere teatrali, di oltre quindici balletti, di musica di scena e corale, di pezzi per voci e strumenti e di una quantità di musica da camera, tra cui una ventina di quartetti e molti pezzi per pianoforte.

Symphonie n.1 op.210 (1939)
Al pari di altri musicisti contemporanei, anche Milhaud si è avvicinato solo nella piena maturità alla forma classica della sinfonia: questo vale anche per Honegger e per Hindemith, che come Milhaud si gettarono in gioventù alla ricerca di nuove forme e di nuovi modi espressivi, sentendo solo più tardi il richiamo della classicità. Milhaud stesso afferma che questa Sinfonia è concepita sull'esempio di Mozart, nel senso della chiarezza dell'impianto formale e soprattutto dell'instancabile ricerca melodica, che resta - qui come in quasi tutta la produzione del compositore francese - uno degli elementi fondamentali del suo stile. Mancano dunque contrasti drammatici, e il clima espressivo dell'opera è semmai naturalistico, a tratti quasi agreste, solo di quando in quando irrobustito da qualche episodio vigoroso, come il fugato del secondo tempo.
Ecco l'ordine di successione dei quattro tempi: "Pastorale" ('Moderatamente animato'), "Molto vivo," "Molto moderato" (con carattere di corale) e "Finale" ('Animato').
 

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