lunedì 5 settembre 2022

Capitolo 18: Modena-Juventus 0-0, Modena, 21 aprile 1963

Dal mese scorso abitiamo a Modena e oggi il papà mi porta allo stadio. La mamma invece sta a casa con Giorgio e il pancione, speriamo sia femmina.
Il calcio dal vivo non l'ho mai visto, solo qualche volta in televisione.
Quest'anno il Modena gioca in Serie A e oggi arriva la Juventus.
In città sono tutti galvanizzati, noi andiamo là a piedi perchè abitiamo in pieno centro storico, in via Torre, tutti gli altri che vanno in macchina chissà dove troveranno da parcheggiare.
Il papà mi porta in tribuna, almeno è coperta se dovesse piovere.

Le squadre entrano in campo, l’altoparlante dà le formazioni. Non conosco nessun giocatore, ma ricordo due nomi, Sivori per gli avversari e Cinesinho per noi.
I giocatori sono tutti in maglietta calzoncini e calzettoni, i modenesi in giallo-blu, gli avversari invece hanno magliette a righe verticali bianco-nere. In mezzo al campo imperversa uno vestito di nero, l’arbitro.
Ha un fischietto e lo usa quando la palla esce dal campo, quando uno cade per terra o quando gli sembra che qualcuno abbia fatto una cosa che non doveva fare, tipo colpire la palla con una mano o tirare un calcione o fare uno sgambetto all'avversario.
È aiutato da altri due, i guardalinee, questi vanno su e giù per il campo, da fuori, agitando una bandierina gialla quando il pallone esce dalle linee che delimitano il terreno di gioco, o qualcuno fa un fallo che l'arbitro non vede oppure qualcuno finisce in fuorigioco, che non ho ben capito che cavolo vuol dire.

L’arbitro fischia e i giocatori cominciano a rincorrere il pallone, sugli spalti tutti si alzano in piedi, il pubblico si scalda e rumoreggia, si sente qualche fischio.
Di qua e di là gridano Modena Modena oppure Juve Juve, qualcuno fa buuuuuuu e poi chiamano l’arbitro e gli dicono “cornuto”, che non so cosa vuol dire, l’ho chiesto al mio papà, ma neanche lui lo sa, mah...
Il gioco è vincere e per vincere bisogna che la palla entri nella porta avversaria, quella delimitata dai pali bianchi con dietro la rete, dove davanti c’è un giocatore vestito diversamente che è l’unico che può prendere la palla con le mani, ma solo nella sua area.
Se nessuno la butta dentro nessuno vince e si pareggia.
Oggi zero a zero, pareggio.
Alla fine l’arbitro fischia tre volte.
I giocatori che fino a poco prima si erano inseguiti, spinti, calciati, ora si stringono la mano ed escono dal campo.




1 commento:

  1. sn G.R.A.Z.I.E.
    grz1.ooo... i 100passi nn li perdo MAI!! ...ciao

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