martedì 7 gennaio 2025

MONDADORI n.18 - S. S. Van Dine: La canarina assassinata



Negli uffici della Direzione Centrale di Polizia di Nuova York, v'è un ampio gabinetto dalle pareti interamente coperte di scaffali d'acciaio dove sono disposti in bell'ordine tutti gli incartamenti dei vari processi. Tra le tante migliaia si trova un piccolo cartoncino verde su cui è scritto a macchina: «Odell Margherita. 184,71a Strada, 10 sett. Strangolata verso le 23. Appartamento svaligiato. Gioielli rubati. Corpo trovato da Amy Gibson, cameriera».
Ecco in poche e nude parole, riferito senza fronzoli, uno dei grandi delitti degli annali polizieschi americani, un delitto così pieno di contraddizioni, così sconcertante, così ingegnoso, che per molti giorni i migliori funzionari della polizia e dell'Ufficio del Procuratore Distrettuale, si trovarono in condizioni di non saper neppure da che parte rifarsi per cominciare il loro lavoro. Da qualunque parte si esaminasse la cosa, risultava che Margherita Odell non poteva essere stata uccisa. Eppure, rattrappito sull'ampio divano di seta del suo salottino, giaceva il corpo della giovane, che smentiva una conclusione così grottesca.
La vera storia di questo delitto, quando venne in luce per caso dopo un periodo di scoraggiante oscurità e di confusione, rivelò molte strane e bizzarre ramificazioni, molti recessi bui della misteriosa natura umana, e la strana, satanica sottigliezza di una mente resa acuta da una disperazione tragica.
Margherita Odell era un prodotto della scapigliatura di Broadway, una creatura scintillante che rappresentava tipicamente quell'ambiente ambiguo e spensierato. Per quasi due anni prima della sua morte era stata la più importante, e in un certo senso, la più popolare figura della vita notturna della città. Ai giorni dei nostri nonni, ella avrebbe benissimo potuto meritar l'appellativo di «idolo della città», ma oggi ci sono troppe aspiranti a questo grado, ci sono troppe combriccole e troppi scismi tra i lepidotteri della nostra vita da caffè, per permettere ad una sola concorrente di emergere in tal modo. Tuttavia Margherita Odell era una creatura che nel suo mondo godeva di fama indiscussa.
La sua notorietà era dovuta, in parte, a certi racconti leggendari intorno ai suoi rapporti con uno o due oscuri potentati dei retroscena europei. Ella aveva infatti trascorso due anni all'estero dopo il suo primo successo ne La fanciulla bretone, un'operetta popolare nella quale era stata misteriosamente elevata dall'oscurità al rango di «stella».
Il suo aspetto aiutava quanto mai a confermare la sua fama. Era bella indubbiamente, di una bellezza prepotente e aggressiva.
Ricordo di averla veduta ballare una sera al Circolo Antlers, famoso ritrovo di gaudenti nottambuli, tenuto allora dal ben noto Red Raegan. Ella mi apparve allora come una fanciulla dotata di non comune avvenenza, nonostante l'espressione calcolatrice e predace del viso. Era di statura media, slanciata, graziosamente felina, benché alquanto altera di modi, forse a causa delle sue pretese relazioni con personaggi delle case regnanti d'Europa. Sul suo viso si leggeva quella strana mescolanza di promessa amorosa e di rinuncia spirituale che i pittori di tutte le età hanno cercato di conferire alle loro Maddalene.
Margherita Odell aveva avuto il soprannome di «Canarina» perché in un ballo che chiameremo ornitologico, dato alle «Follie», ella aveva indossato un costume che la doveva far sembrare un canarino. E quel costume di raso giallo e bianco, intonato alla sua abbondante capigliatura biondolucente, ed alla sua carnagione di rosa e latte, l'aveva posta in evidenza. Tanto che, prima che fossero trascorse due settimane, le piene lodi di tutta la stampa e gli applausi del pubblico fecero sì che, il «Ballo degli Uccelli» venisse battezzato «Ballo della Canarina», e la signorina Odell fu promossa al rango di prima ballerina. Il maestro B. B. de Sylva scrisse apposta per lei un a solo e compose un valzer che ella danzò pure da sola durante lo spettacolo; interpolazioni che avevano lo scopo di mettere in mostra il suo fascino e il suo talento.
Ella aveva poi lasciato le «Follie» alla fine della stagione, e durante il resto della sua carriera di diva alla moda, nei ritrovi notturni di Broadway, era stata chiamata semplicemente e familiarmente «la Canarina». Così accadde che, quando la trovarono brutalmente strangolata nel suo appartamento, il delitto fu conosciuto immediatamente col nome di «assassinio della Canarina» e in tal modo fu poi sempre chiamato.
Fu uno strano susseguirsi di circostanze che indusse Philo Vance ad interessarsi all'affare della «Canarina».
Il Procuratore Distrettuale Markham da settimane era attaccato dai giornali contrario alla sua amministrazione per il fatto che il suo ufficio non era
riuscito a dimostrare colpevoli certi malviventi che la polizia aveva accalappiati. Quasi risultato della legge sul proibizionismo, infatti, un nuovo genere di vita notturna, punto desiderabile, era sorto in Nuova York. Un grande numero di tabarini ben finanziati erano apparsi col nome di «ritrovi notturni», lungo tutta la Broadway e nelle vie adiacenti; e c'era già stato un numero di reati tale da impensierire veramente. Questi reati, di genere passionale o contro la proprietà, avevano avuto origine, tutti, in quei poco simpatici ritrovi.

 

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