venerdì 3 maggio 2024

Capitolo 13: Giovedì 25-Sabato 27 maggio 2017


«Stefano, ciao, volevo solo dirti che abbiamo risolto il mistero, che domani mattina ci sarà la conferenza stampa di chiusura del caso. Non posso dirti nulla perché la cosa è complicata e strana. Abbiamo un colpevole non colpevole, non incarceriamo nessuno per ora e vedremo come il PM e i magistrati giudicheranno la storia. Comunque sappi che Lara ha parlato, ha spiegato tutto, è crollata quando le abbiamo detto che avevamo scoperto il ruolo della pianta di miseria, ovviamente restando sul vago, perché sapevamo solo che i vicini avevano sentito il doppio tonfo. Volevo ringraziarti e invitarti dal Malora sabato sera per festeggiare il nostro primo caso risolto assieme.»

 

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GattaCiCovaModena
27 maggio 2017
di Stefano Soranna

Risolto il caso della morte al Villaggio Giardino. Ieri mattina alla conferenza stampa il questore Dottor Pisquano si è complimentato con il commissario Guicciardi per aver portato a termine felicemente l’indagine. Lara, diciamo così, ha confessato, non c’è stato bisogno di nessuna seduta ipnotica, in quanto al momento della disgrazia era sveglia, ma da un punto di vista legale si ritiene non sia colpevole di omicidio. 
Cosa è successo allora quella notte del 10 maggio? Giorgio aveva deciso di eliminare la moglie, affetta da sonnambulismo, a causa delle difficoltà che la malattia comportava nella vita familiare. Aveva portato a casa attrezzi per svitare i bulloni della ringhiera del balcone che si era accorto essersi allentati. Quella notte li aveva svitati al massimo, aveva preparato un percorso per la signora in modo che finisse diritta alla ringhiera, poi era tornato a letto in attesa del tonfo della caduta e della fine delle sue sofferenze, giustificando il tutto come una disgrazia quasi annunciata. Invece qualcosa è andato storto. La moglie si era accorta che qualcosa in suo marito non quadrava, aveva intuito il giochino che lui faceva con la ringhiera. Quando è cominciato il periodo in cui non doveva prendere il farmaco per dormire tutta la notte, aveva passato alcuni giorni in bianco facendo finta di girare da sonnambula, tanto poteva recuperare il sonno perduto durante il turno di lavoro del marito. Quella fatidica notte, arrivata in balcone, si era accorta subito che la ringhiera stava su ‘per miracolo’, aveva capito che quella era la serata giusta per morire. Ma lei non voleva morire, non voleva che morisse nessuno! Ha preso il vaso di miseria e lo ha buttato giù dal balcone, per simulare la caduta della ringhiera. Giorgio è arrivato di corsa, ma appena in balcone, accortosi che la ringhiera era ancora al suo posto, ha avuto un attimo di esitazione. Lara avrebbe voluto confrontarsi, spiegare che non lo odiava per quello che aveva provato a farle, che lo capiva, che la loro era una situazione al limite, ma che adesso sarebbero stati più forti nell’affrontare le avversità. Ha quindi fatto un passo verso di lui, un leggero fruscio, sufficiente a far girare Giorgio di scatto, che di certo non si aspettava di vederla. Lui si è stupito, ha sgranato gli occhi, ha aperto la bocca per emette un rapido sospiro e... ha fatto un passo indietro. Il resto lo sappiamo. 
Gli inquirenti dicono che la svolta all’indagine l’ha data il vaso di miseria. Ma in che modo? 
Parlando con i  vicini il commissario, ricordandosi di quel vaso rotto in mezzo al giardino, ha domandato cosa avessero sentito quella notte, alla fine alcuni ammisero che prima avevano sentito un tonfo sordo, tipo uno sportello che veniva chiuso con forza (il vaso di miseria che era volato giù) e dopo un paio di minuti il gran tonfo, quello di Giorgio assieme alla ringhiera.

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E’ sera, e gli amici, nel loro Quartier Generale, stanno festeggiando. Cataldo ha appena ringraziato i ragazzi per l’aiuto in questo caso, soprattutto la caparbietà di Pulitzer, che, da vero segugio, è riuscito a scovare quello che difficilmente altri avrebbero potuto trovare. Ma tutti hanno avuto un ruolo importante, Cataldo lo sa, a cominciare dal Sighi, da Armani, da Malora, che lo stanno facendo ubriacare, non dimenticando ‘colui che chiacchiera con i morti’: Grogghino... 

E allora brindisi finale, in piedi con i bicchieri pieni, braccia allungate verso l’alto… i vetri si toccano e tutti assieme urlano:

CINQUEPERUNOSEI

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