venerdì 2 febbraio 2024

Capitolo 2: Giovedì 11 maggio 2017


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GattaCiCovaModena
di Stefano Soranna

Ieri mattina attorno alle cinque, in un palazzo di via Pasteur, un certo Giorgio S. ha trovato la morte cadendo dal balcone del suo appartamento sito al nono piano.
Dai rilievi effettuati dagli inquirenti risulta che il soggetto sia caduto accidentalmente mentre era in balcone, mentre era appoggiato alla balaustra questa ha ceduto facendolo rovinare mortalmente al suolo. La polizia è repentinamente intervenuta sul posto ed è stato incaricato dell’indagine il commissario Luigi Guicciardi. 
Nella consueta conferenza stampa pomeridiana è stato riferito che per ora tutto verte verso “morte accidentale”, tuttavia non viene scartata a priori l’ipotesi del suicidio.
Raggiunto dal sottoscritto al telefono il commissario Guicciardi ha preso tempo, alcuni particolari sembrano non coincidere, per cui ha bisogno di qualche giorno per vagliare le eventualità e non lasciare nulla al caso.
Veniamo ai fatti: chi era Giorgio S., coniuge di Lara P.? 
I vicini riferiscono che era una coppia normale, senza figli, mai nessun litigio, nessuno screzio, nulla che potesse far pensare a una tragedia del genere come abbiamo ipotizzato, cioè a un suicidio. Tutti sono sicuri che sia una disgrazia, il palazzo è un po’ datato e, a causa della crisi generale, era stata rimandata a tempi migliori la prevista ristrutturazione. 
I balconi e le balconate forse sono i più malmessi, esposti alle intemperie, alcune balaustre non sono proprio ben stabili, ogni inquilino di tanto in tanto deve stringere i bulloni che le fissano al muro, perché dopo il terremoto del 2012 si sono mosse un po’ troppo. 
Dopo ripetuti colloqui ho appurato che Giorgio era un buon uomo, solo depresso, a causa della moglie Lara licenziata per la crisi economica e allora con il suo solo stipendio part-time, faticavano ad arrivare alla fine del mese. 
Di comune accordo avevano deciso di rinunciare a tutto il superfluo: televisori, cellulari, macchina del caffè, internet, automobili, motorino, elettrodomestici vari… tutto quello di cui potevano privarsi era sparito da casa, che era l’unica cosa che non avevano voluto vendere, perché troppo grande e non volevano rimetterci per via della crisi immobiliare.
Sembra poi che Lara si fosse ammalata di sonnambulismo da stress e che le sue medicine avessero un costo così elevato che l’unico modo per sedarla erano i sonniferi, somministrati in dosi elevate. La signora tutte le notti si alzava, girava per casa al buio, anche più volte in una notte e poi tornava autonomamente a letto.

Sorge una domanda a questo punto: disgrazia o suicidio?

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I cinqueperunosei sono quasi tutti attorno al tavolo, nel mezzo pizzette e fette di gnocco al forno, le caraffe sono in frigo a raffreddarsi, manca solo Stefano, tanto per cambiare. Nessuno fiata, gli sguardi saltellano da un volto all’altro, nessuno si posa sul cibo, è ben altro alimento a cui gli amici anelano, tutti curiosi di sapere cosa Pulitzer sia stato in grado di scovare. Anche Cataldo sembra in attesa, il questore Dott. Pisquano non gli ha ancora fatto pressioni, ma sa benissimo che fra un giorno o due lo convocherà, magari pure incazzato, perché non capisce come mai si debba tirare tanto per le lunghe una disgrazia. Eppure lo stesso commissario sta subodorando che ci sia di più, oltre a quel volo casuale. L’unico che può dipanare la matassa, a questo punto, è Stefano. Lo hanno sempre detto tutti assieme, la gente parla mal volentieri con le divise, parla più facilmente con la stampa, ormai la mania di vedere il proprio nome sul giornale o il proprio volto in tv fa la differenza.

TOC TOC TOC - TOCTOC

Ecco il segnale, Armando apre la porta del retro e Stefano entra assieme al suo fido destriero. 
«Bene ragazzi, argomento del giorno: la morte di Giorgio. Secondo voi, cosa è successo? Mi raccomando, a turno in senso antiorario come a briscola.»

Cataldo prende la parola per primo:
«Dunque, abbiamo parlato con la vedova, di nome Lara, è molto confusa ed è ancora sotto choc, quindi non ci è stata un granché di aiuto. Per quanto riguarda i vicini, come sappiamo già da tempo, con noi bocche cucite, non parlano se non a monosillabi... le solite stronzate: era un ragazzo solare, buono come il pane, salutava sempre, amava sua moglie, avevano problemi di soldi... ma chi non ne ha al giorno d’oggi... e via con questa solfa. Per il resto attendo le copie delle foto, appena me le produrranno ve le mostrerò.»

Grogghino non ha nulla da dire, aspetta anche lui di vedere le foto, perché come dice sempre, i cadaveri parlano più dei vivi.

Sighi allora prende la parola:
«Certo che con le foto sarebbe un’altra cosa, Stefano avrà sicuramente le sue, ma non credo sia riuscito a fotografare il cadavere senza il lenzuolo sopra, ad ogni modo ho sentito qualche voce in farmacia, quella dove Giorgio comprava i sonniferi per Lara e dove io mi rifornisco di antinfiammatori per la mia schiena, nei prossimi giorni saprò di più.»

Il testimone passa a Malora, che non ha molto da aggiungere:
«Ragazzi, il primo della zona che viene per il rifornimento di vino lo spremo come un chicco d’uva..., stasera vi va bene un buon Pinot Grigio del Veneto a 12,5°, o è troppo forte?»
Applauso.

Luca ha un’idea geniale:
«l’Iside!!! Dobbiamo battere questa pista. Domani con una scusa la chiamo, direttamente o tramite la mia vicina, poi vedo di combinare un incontro con la stampa, cioè con te, Stefano. Queste donne d’una volta adorano il pettegolezzo, casomai fosse amica della Lara e ne sapesse di più...»

Alla fine è il turno di Stefano:
«Ottimo. Io comincio a pensare che... insomma, non credo sia stata una disgrazia, sono più propenso a pensare a un suicidio. Avete letto il mio articolo, vero? Quello che è saltato fuori, le difficoltà economiche, il problema del sonnambulismo, il lavoro quasi precario... Come non capire una persona così, trovarsi a fare sacrifici su sacrifici e non vederne un’uscita decorosa. Hanno rinunciato a tutto, hanno tenuto solo la casa, venderla in questi tempi vuol dire buttarla via e realizzare pochissimo. Secondo me la depressione l’ha fatta da padrone. Giorgio deve aver calcolato, per amore, l’unica soluzione per aiutare la moglie: una volta sparito lui, a Lara sarebbe potuta bastare la sua liquidazione, la sua pensione, il suo indennizzo, che so, magari dietro c’è pure un’assicurazione, che in caso di morte accidentale o violenta... ma questo potrebbe anche essere un suicidio mascherato da disgrazia... non possiamo scartare nulla. La situazione non è chiara, le carte che abbiamo in mano sono ‘sflenghe’, dobbiamo pescare i carichi, allora sì, che forse approderemo a qualcosa di più. Luigi, tu piuttosto tieni a bada il tuo capo, lo so che romperà, non fargli proposte da film tipo mi dia almeno 48 ore che risolvo tutto, siamo qui per darti una mano, vogliamo darti una mano. Ad ogni modo la verità la dobbiamo trovare, quindi muoviamoci tutti e... rapidi!»

Dieci minuti dopo il tavolo è spavirato, a proposito di rapidità, piatti puliti e caraffe a secco.

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