sabato 30 dicembre 2023

Giacomo Ingrami: Omicidio a San Vito

PROLOGO

Modena, dove si ambienta questa storia, è una città dalle mille eccellenze: motori, vino, prelibatezze gastronomiche, comparto elettromedicale… 
E, in questo contesto, città e provincia sono decisamente ricche. 
E, come in tutto il mondo, ci sono soggetti buoni e cattivi, onesti e disonesti. 
E, appunto in quanto è zona ricca, c’è sempre chi riesce a insinuarsi con comportamenti non del tutto leciti e a trarre per sé i massimi vantaggi.
Ma in questa città esiste una persona unica nel suo genere.
Il suo nome è Roberto Roganti, chiamato Grog, soprannome che si trascina dietro sin dai tempi del liceo e, da allora, è quasi più conosciuto in città per lo scutmài piuttosto che per il vero nome. Mettiamoci poi la professione che svolge, il nomignolo è virato in Grogghino il becchino, al quale ormai si è abituato e, anzi, ne è orgoglioso, come lo è di essere stato accorpato alla medicina legale da parte del questore di Modena. Grogghino, nonostante sia un necroforo o, meglio, un tanatoestetista, cioè colui che aggiusta volti e corpi dei morti prima della sepoltura, affinché si presentino bene alle camere ardenti, frequenta, quando vuole prendere una boccata d’aria, un bar vicino alla sede della sua attività e, dai e dai, gli avventori lo conoscono quasi tutti molto bene.
Molti frequentatori sono i soliti perditempo, i curiosi che credono di sapere tutto e che, invece, sono solo capaci di leggere sul giornale le notizie di gossip, di fare anche commenti, che non riescono neppure a far ridere. Ci sono quelli con i quali la discussione è inutile, perché, convinti delle loro idee rifiutano ogni parere discorde, con cui quindi non vale la pena sprecare tempo. E poi quelli socievoli e disponibili al confronto, dalle discussioni con costoro nascono anche idee nuove. A Grogghino piace il dibattito, a volte le discussioni durano ore senza raggiungere alcun risultato, ma danno a ognuno la possibilità di esprimere il proprio parere.

 

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