domenica 26 novembre 2023

Robert Schumann + Symphony no. 4 in d minor op. 120 (1841; rifacimento 1851)

 

Zwickau [Sassonia] 8-VI-1810 - Endenich [Bonn] 29-VII-1856

Fin dall'epoca dei suoi studi giovanili venne in appassionato contatto con gli autori della letteratura romantica tedesca e inglese, e a Lipsia, nonostante la madre volesse indirizzarlo agli studi universitari, decise di dedicarsi alla musica, studiando sotto la guida di F. Wieck di cui sposerà nel 1840 la figlia Clara. Appassionato pianista, non poté dedicarsi alla carriera concertistica essendosi rovinato una mano con un meccanismo da lui ideato per rinforzare il quarto dito; ma appena ventenne incominciò a comporre e a scrivere di critica musicale, fondando nel 1834 la "Neue Zeitschrift für Musik," dedicata ai problemi della musica contemporanea, su cui scrisse per dieci anni consecutivi (con i pseudonimi "Florestano," "Eusebius,'' "Meister Raro"). Già in quegli anni il suo animo sensibile fu duramente scosso sia dalla morte della madre e di due fratelli, sia dalle ardue difficoltà che si contrapponevano al suo matrimonio con Clara.
Nel 1843, su invito di Mendelssohn, entrava nel Conservatorio di Lipsia come insegnante di pianoforte e composizione, ma nel 1844 abbandonava la scuola e la direzione della rivista per seguire Clara in una tournée in Russia e per stabilirsi nell'autunno dello stesso anno a Dresda, dove diede lezioni private e diresse corali cittadine, fondando nel 1847 il Chorgesangverein (Associazione di canto corale).
Ma la malattia nervosa torna a farlo soffrire e a renderlo irrequieto: nel 1850 passa a Düsseldorf come direttore di musica e dei concerti sinfonici, ma i segni di squilibrio mentale incominciano a farsi sempre più manifesti: nel 1853 lascia ogni carica e un anno dopo tenta di uccidersi gettandosi nel Reno. Viene allora ricoverato in una casa di salute dove si spegne dopo due anni di quasi completa oscurità mentale: in questi ultimi tempi fu amorosamente assistito da Brahms, che sarà poi fino alla morte fedele amico di Clara, nuovamente dedita a una brillante carriera di concertista.
Insieme con Byron, Shelley, Stendhal, il nostro Nievo e tanti altri artisti dell'800, Schumann partecipa di quella splendida schiera di intelletti romantici che combatterono tutta la vita in nome del progresso, animati da un vivo desiderio di libertà, combattuti tra la loro attività di artisti e il desiderio di scendere in campo con le armi contro ogni tirannia: non è un caso che Schumann fondasse il circolo immaginario "Davidsbund" (la lega di Davide) contro l'accademismo e il filisteismo proprio pochi anni dopo che Byron aveva perso la vita con la spada in pugno combattendo per gli stessi ideali.
Schumann fu uno dei massimi musicisti romantici tedeschi, come lo furono Schubert e Mendelssohn. Ma egli, nonostante l'etichetta comune, è profondamente diverso da questi. 


Symphony no. 4 in d minor op. 120 (1841; rifacimento 1851)
Questa Sinfonia fu composta nello stesso anno della Prima, ma l'esecuzione, avvenuta nel dicembre di quell'anno a Lipsia, non ebbe successo, e il musicista pensò di doverne ritoccare dieci anni dopo la strumentazione, dandole il numero quattro: sta di fatto che già nel 1841 Schumann aveva creato il suo capolavoro sinfonico (i ritocchi del '51 furono in realtà poca cosa). Interessante soprattutto l'impianto formale: i quattro tempi della Sinfonia tendono infatti a fondersi in un tutto unico, dove anche i temi rimangono spesso identici nei diversi movimenti, oppure sono strettamente derivati l'uno dall'altro, con una sorta di costruzione ciclica che anticipa singolarmente le innovazioni di Franck e dei tardo-romantici. Ne consegue una minore obbedienza allo schema classico della sonata, quasi un avvicinamento alla forma libera e fantasiosa del poema sinfonico. E davvero questa composizione è tra le più ispirate, accese e trascinanti che Schumann abbia composto, e in campo sinfonico costituisce certo la sua opera più alta. Lo stesso Schumann voleva del resto intitolare questo lavoro "Fantasia sinfonica per grande orchestra ": l'atmosfera non è molto lontana da quella lieta della "Sinfonia della primavera," ma qui il musicista sembra già più maturo, più padrone della sua ispirazione, che distribuisce con meraviglioso equilibrio tra i quattro movimenti.
L'introduzione lenta sfocia in un "Allegro " fremente, pervaso di un intimo slancio romantico, mentre la " Romanza" in la minore è uno dei più nobili canti che Schumann abbia creato. Lo " Scherzo" presenta - cosa singolare in Schumann - accenti vigorosi e drammatici di conio beethoveniano, mentre
il " trio" propone un'atmosfera più aerea e scorrevole. II "Vivace" conclusivo dello "Scherzo" è curiosamente introdotto da una breve frase in tempo lento che richiama il primo tema dell"' Allegro " iniziale: tema che sta alla base del "Finale," coronamento fastoso del capolavoro sinfonico schumanniano.

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