lunedì 24 aprile 2023

Capitolo 46: Lo zio Guido, Modena, 24 dicembre 1965

Una mattina comparve lui, lo zio Guido, che poi era cugino Guido. Era un tipo strano, stava sempre sulle sue, immerso nei suoi pensieri, ma ci faceva divertire, a volte, è lui che ci ha insegnato tutte le parolacce...

In casa ho sentito delle storie, che era stato internato in un campo di concentramento durante la guerra, che ne era fuggito per caso, che tutto questo lo avesse trasformato... Oh! Strano era strano, eh!
Ma quelle forse erano favole, vero è invece che il nonno mi ha detto che era così, un po' strano, anche da piccolo. Una volta gli regalarono un piccolo martello, lui si chiuse nella sua stanza e cominciò a picchiare. Non ci fecero caso, pensavano che stesse giocando con chiodi e legno, e dopo un paio d'orette smise, pensarono sempre che si fosse addormentato, ma dopo poco suonarono alla porta, era il vicino, al suo fianco c'era Guido, con il martello in mano...
Picchia, picchia e ripicchia, aveva fatto un buco sul muro e così era passato dall'altra parte, a casa del vicino...

Quando veniva da noi, tutte le mattine quando andavo a fare colazione, lui era già lì, su una poltrona in sala, che dormiva, dormiva lì, vestito di tutto punto. Ma la mamma non gli aveva dato la camera degli ospiti? E allora? Ma ci andava a dormire a letto oppure no? 
Oltretutto ho avuto perfino il sospetto che lui fosse Babbo Natale!
Ogni anno alla vigilia, verso mezzanotte, noi andavamo alla messa in Duomo, ma lui però restava a casa con la scusa della religione diversa. Quando noi tornavamo, sotto l'albero c'erano i regali! E lui era sempre sulla poltrona che dormiva, e diceva che non aveva visto arrivare nessuno...

Quest'anno però lo zio Guido non è venuto, ma Babbo Natale sembra di sì, i regali sotto l'albero questa sera ci sono, per cui...





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