lunedì 27 marzo 2023

Capitolo 42: Aicardi, Cognento (MO), giugno 1965

Oggi il papà ci porta in gita in campagna e poi andremo a mangiare fuori. A lui piace portarci qui, a Cognento, dice che è un posto magico, ogni volta ci racconta la leggenda: "Il Vescovo Geminiano, nostro grande Evangelizzatore, Padre della nostra Chiesa e potente Taumaturgo, ottenne da Dio per noi il dono di una Fonte Miracolosa nel suo paese natale, a Cognento. La leggenda dice che la madre stessa di San Geminiano ne beneficiò riacquistando da essa la vista." E appunto per questo, ogni anno ci porta qui, per farci bere e bagnare gli occhi con l'acqua miracolosa... ma io ho dei dubbi, perchè IO porto gli occhiali e Giorgio mamma e papà no!
Arriviamo a Cognento, che è fuori Modena, in aperta campagna, verso le 10 del mattino. Qui c'è poca roba, il tempietto con la fonte, la chiesa, una costruzione tutta chiusa e circondata da un alto muro, che il papà dice essere l'ultima residenza dei preti quando diventano vecchi, e di fronte il Ristorante Aicardi, dove andremo poi a mangiare.
Prima tappa, il tempietto. Per fortuna c'è poca gente. Ci mettiamo in coda, al nostro turno entriamo, c'è una piccola balconata che dà sulla fonte, scendiamo i gradini e qui la mamma infila una mano nella borsetta e tira fuori un bicchiere da campeggio, di quelli che si schiacciano e finiscono in niente, lo apre, sollevandolo, lo riempie d'acqua e ce la dà da bere, poi ci dice di lavarci gli occhi... Sulla colonna della fonte in alto c'è la statua di San Geminiano, e a metà una lapide con scritto: 

"O Geminiano Santo
la tua pura fonte
dissetando purificando risanando
corpi ed anime
zampilli per tutti
nell'eterna vita".

Echeggia il suono delle campane, comincia la messa, la mamma ci prende per mano e noi la seguiamo dentro la chiesetta, il papà invece si mette con l'auto all'ombra e schiaccia un pisolino.
Quando usciamo è quasi mezzogiorno, tutti assieme andiamo al ristorante Aicardi, basta attraversare la strada e siamo arrivati. Ci sistemano all'aperto, in un bel parco tutto all'ombra, c'è fresco e si sta bene. Noi beviamo acqua del rubinetto, il papà prende del Lambrusco di Sorbara e la mamma lo assaggia soltanto, a lei piace il vino dolce, puah. 
Portano un po' di antipasto, piccole fettine di gnocco fritto, di salamino nostrano e scaglie di grana. Tutti prendiamo i tortellini in brodo e di secondo una grigliata mista con insalata che la mangiano solo i genitori, io e Giorgio andiamo a giocare a palla nella pista di pattinaggio, a noi basta poco. Poi la mamma ci recupera, ci dice di andare a mangiare i dolcetti. Portano una scodella con amaretti grandi brutti morbidi e buonissimi, la loro specialità. Il papà per sciacquarsi la bocca prende un bicchierino di Vin Santo, a suo dire speciale, e adatto a questo luogo.  

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