giovedì 9 febbraio 2023

John le Carré


(Poole, 19 ottobre 1931 – Truro, 12 dicembre 2020)

John le Carré, pseudonimo di David John Moore Cornwell. Figlio di Ronald Thomas Archibald Cornwell (Ronnie) (1906-1975) e di Olive "Gassy" Cornwell, le Carré nasce nel 1931 a Poole, cittadina del Dorset. Nel 1948 si iscrive all'Università di Berna, attratto dal fascino delle lingue straniere, per poi abbandonarla e tornare a Oxford, presso il Lincoln College, dove nel 1956 si laurea in letteratura tedesca. Docente al prestigioso Eton College nei due anni successivi, nel 1959 diventa funzionario del Foreign Office, il Ministero degli Esteri britannico. Inizialmente riceve la carica di Secondo Segretario presso l'Ambasciata del Regno Unito a Bonn e successivamente viene trasferito al Consolato di Amburgo, come Consigliere politico. In questo periodo viene reclutato dall'MI6.



Il suo primo romanzo, Chiamata per il morto, è stato scritto nel 1961, quando ancora era un membro del servizio. La carriera di Le Carré alle dipendenze del Secret Intelligence Service fu interrotta da Kim Philby, un agente doppiogiochista al servizio del KGB, che fece saltare la copertura a molti agenti britannici. Qualche anno più tardi, le Carré descrive ed analizza con attenzione la vicenda di Philby ne La talpa, romanzo centrale nelle opere di le Carré, nel quale il protagonista George Smiley dà la caccia all'infiltrato Gerald.

Nel 1954 sposa Alison Ann Veronica Sharp, dalla quale divorzia nel 1971. Insieme hanno tre figli: Simon, Stephen e Timothy. Nel 1972 si risposa con Valerie Jane Eustace, una redattrice editoriale, da cui ha un figlio, Nicholas.
In polemica con l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha chiesto la cittadinanza irlandese che ha ottenuto poco prima della sua morte.

I romanzi di le Carré sono avari di inseguimenti, revolverate, effetti speciali (ed è anche questa assenza a renderli avvincenti), e se parlano di spie lo fanno in un clima decisamente più vicino al mistery classico: La talpa, forse il libro più bello di le Carré, se da una parte è il capolavoro assoluto del classico tema del doppio gioco (tanto che talpa viene usato correntemente per definire un qualche infiltrato), dall'altra si svolge come un vero e proprio giallo, in cui il volto del colpevole rimane ignoto fino alle ultime pagine.
Del resto i primi due libri di le Carré sono dei gialli a tutti gli effetti, e in Un delitto di classe Smiley fa proprio il detective.



John le Carré sorprende sempre con i nuovi libri quanto con i vecchi, quando li si prova a rileggere, e li si rilegge puntualmente con gusto e addirittura avidità. È lui che è interessante, e che sia interessante lo può confermare oltre ai grandi romanzi un articolo scritto sulle questioni che lo appassionano, lo spionaggio e il terrorismo, o un copione televisivo, con lo spionaggio e il terrorismo per argomento. Certo, lo spionaggio e il terrorismo sono da un certo numero d'anni temi di bruciante e triste attualità, ma si farebbe un errore supponendo che sia tutto qui quel che va scrivendo John le Carré. Ci sono tanti scrittori anglosassoni, bravi, o forse più bravi di lui, nel creare trame aggancianti, misteri e colpi di scena sensazionali. In realtà, a considerare con attenzione il suo caso a un certo punto si comincia a sospettare che lo stesso spionaggio e lo stesso terrorismo potrebbero essere per John le Carré solo degli utili ingredienti, dei pretesti plausibili, degli strumenti d'eccezione per trattare con il maggiore abbandono il suo interesse principale, fondamentale, irrinunciabile, che è semplicemente, quasi banalmente direi, l'amore.



Pensate a quanto l'amore domini il ciclo di Smiley. George Smiley, nel primo romanzo di John le Carré che lo ospita, Chiamata per il morto, 1961, è subito messo in relazione con l'amore, sia pure sfortunato:
"Quando Lady Ann Sercomb, verso la fine della guerra, sposò George Smiley, lo descrisse ai suoi amici aristocratici, molto stupiti, come un tipo di una mediocrità da togliere il fiato. Quando, due anni dopo, lo abbandonò per un corridore d'automobili cubano, annunciò enigmaticamente che, se non lo avesse lasciato allora, non sarebbe mai più stata capace di farlo. Il visconte di Sawley si recò appositamente al suo club per annunciare che la gatta aveva fatto i gattini. Questa battuta, che per qualche tempo fu la barzelletta della buona società, può essere compresa soltanto da coloro che hanno conosciuto Smiley. Basso di statura, grasso e di temperamento tranquillo, si diceva che spendesse molti quattrini per comprarsi vestiti molto brutti che pendevano addosso alla sua figura tozza come la pelle addosso a un rospo rinsecchito. Alle nozze Sawley dichiarò infatti che 'la Sercomb si era maritata con un rospo con l'impermeabile'. Ignaro di questa definizione, Smiley aveva percorso malcerto la navata della chiesa, incontro al bacio che lo avrebbe trasformato in principe. Era ricco o povero? Un contadino o un prete? E lei dove diavolo lo aveva pescato? L'assurdità del matrimonio era sottolineata dall'indiscutibile bellezza di Lady Ann e il mistero era aggravato dalla sproporzione esistente tra l'uomo e la sposa."


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