venerdì 3 febbraio 2023

Claude Debussy + La Mer (1905)


Saint-Germain-en-Laye 22-VIII-1862 - Parigi 25-III-1918

Allievo di Lavignac e Marmontel al Conservatorio di Parigi, nel 1880 conobbe Nadezda von Meck (la mecenate di Ciaikovski) che lo condusse seco in Russia come pianista per tre estati consecutive, entrando così grazie a lei in contatto con molti musicisti e con la letteratura musicale russa. Perfezionatosi con Guiraud ancora al Conservatorio parigino, dal 1885 all'87 vive a Roma entrando poi nel circolo di Mallarmé a Parigi e iniziandosi alla musica wagneriana. Si incontra con Brahms a Vienna e poco dopo si distacca da Wagner scrivendo nel 1894 il Preludio al pomeriggio d'un fauno che lo impone decisamente all'attenzione del pubblico internazionale.
Svolge anche attività di critico musicale, ma ben presto i successi ottenuti gli permettono di dedicarsi interamente alla composizione. Stabilitosi vicino al Bois de Boulogne vive qualche anno in perfetta serenità, ma ben presto deve lottare contro nuove difficoltà finanziarie e contro la dolorosa malattia che dopo dieci anni lo condurrà alla tomba. Il ritmo della sua produzione si allenta, e gli anni della guerra mondiale procurano un grave choc all'animo sensibile del musicista; si aggiunga che con l'affermarsi di Ravel la figura e l'opera di Debussy tendono a passare in secondo piano negli ambienti musicali francesi: e anche questo sarà per lui motivo di grave afflizione. Morirà stroncato da un cancro intestinale.


La Mer (1905)

Sono tre "schizzi sinfonici," intitolati rispettivamente "Dall'alba a mezzogiorno sul mare," "Giuoco delle onde" e "Dialogo del vento e del mare." Ma sotto le semplici definizioni date a questo mirabile poema sinfonico dall'autore stesso c'è una straordinaria ricchezza di colori e di spunti espressivi, c'è tutta la poesia dei migliori pezzi precedenti del musicista trasfusa in un grandioso affresco, dove l'artista raggiunge la sua piena maturità: e forse egli stesso non supererà piu tanta ricchezza d'ispirazione e tanta varietà di tavolozza orchestrale.
II pretesto "programmatico" - se così si può parlare nei riguardi della musica debussiana - si dissolve in un'opera di assai vasto respiro, dove le assolate distese marine destano un tumulto di impressioni e un'orgia di colori che fin'allora nessun musicista aveva saputo ricavare da un'orchestra. Dei tre brani
il più impressionante è certamente l'ultimo, "Dialogo del vento e del mare": ad ascoltare questo pezzo, si comprenderà quanto l'opera di Debussy sia stata essenziale per tutta l'evoluzione della musica del nostro tempo. L"'impressionismo" debussiano diventa qui pura espressione, accesa trasfigurazione di un dato di natura che rimane semplice pretesto per un sublime volo della fantasia.

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