lunedì 3 luglio 2023

Capitolo 55: Polaroid, Modena, 7 giugno 1967

Oggi ho fatto l’esame di V elementare, credo che sarò promosso, è raro essere bocciati, ma c’è chi ci riesce... Esco dalla scuola e lì davanti, come sempre, c’è nonno Nino, e come al solito mi prende per mano e ci avviamo a piedi verso casa, per l’ultima volta, per l’ultima volta camminerò per questi marciapiedi che ho calpestato per quattro anni... Un po’ di magone ce l’ho, non rivedrò più il Bar Calypso, l’omino delle cravatte, la donna dei cartoni, Campioli, le lingerie di Franciosi, i trenini di Maletti, i libri di Tarantola, Pierino e i suoi chiodi e viti, la Pirelli, la Farmacia, i Borsalino, i quarti di bue, le gambe Omsa, i santi, i preti, il Duomo, la pescheria… Facendo finta di niente lascio cadere una lacrimuccia...
La giornata è bella, calda, ho tutta l’estate davanti prima di affrontare una nuova avventura. Cambio scuola, passo in prima media e andare lì sarà completamente diverso, anche perché mi basterà attraversare la strada. Sì, perché dalla finestra della mia camera da letto vedo il portone della scuola. Arriviamo a casa e tutti mi fanno i complimenti e sono felici. Mentre ricevo baci e abbracci sbuca fuori il papà, è già a casa!!! Sorride e ha in mano una strana scatola nera. Poi chiede un attimo di attenzione:
“Questa è una nuova macchina fotografica, è semplice da utilizzare …”
Ci mostra la scatola, sul davanti c'è un gradino rettangolare più piccolo della scatola con un piccolo oblò al centro, con due dita afferra i lati lunghi del gradino e tira in avanti. Questo si stacca dal corpo ma senza staccarsi, ma si allontana dalla scatola alla quale resta collegato con un soffietto...
“Poi si posiziona il mirino…”
Sposta un altro aggeggio verso l’alto che sbuca dal nulla, una specie di cappellino rettangolare della prima scatola. Questo cappellino ha un buco al centro.
“Si carica l’otturatore…”
Adesso gira una grossa rondella che fa uno strano cigolio.
“Si sceglie la distanza…”
Sposta qualche altra levetta che non avevo notato.
“Si inquadra…”
Appoggia l’occhio dietro al mirino e ci guarda dentro.
“Tutti fermi… Si scatta…”
Clack! Poi da un lato della macchina infernale sbuca un lembo di carta strana. Il papà con due dita lo afferra e con dolcezza lo tira, estraendo una cartolina a due strati, bianca e nera, un po’ come fanno i maghi quando tirando fuori il coniglio dal cilindro. Tenendo la cartina per i lembi, la scuote un po' e conta a voce alta: "50… 40… "
Con pollice e indice di entrambe le mani separa i due foglietti sovrapposti, poi butta via la buccia bianca: "30… 20…"
Poi viene verso di noi: "10…" 
E ci mostra la parte nera...
E come per miracolo, piano piano, cominciano ad apparire dal nulla delle immagini con migliaia di tonalità di grigio. A bocca aperta rimiriamo noi che compariamo lentamente immortalati nella cartolina... 



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