(Cracovia, 23 gennaio 1888 – Kolo, 11 novembre 1937)
Era un compositore polacco dimenticato, conosciuto soltanto da pochi studiosi, Jerzy Gablenz è autore di musica sinfonica, cameristica e per il teatro; direttore di una piccola azienda, scrive musica nel tempo libero, appassionato di tecnologia, costruisce apparecchi radio. Muore tragicamente in un incidente di volo.
Jerzy Gablenz nasce a Cracovia. Suo nonno materno era violinista (un alunno del Conservatorio di Vienna che divenne uno dei direttori dell'Accademia di Musica di Cracovia), suo zio era un affermato violista e suo padre un eccellente pianista. Crebbe in una casa "satura di musica" e fin da piccolo studiò pianoforte, flauto (di cui sarebbe diventato un virtuoso), organo e violoncello.
Nonostante dimostrasse un tale talento musicale, al ragazzo non fu concesso di assecondare il suo desiderio di intraprendere una professione musicale studiando a Berlino, Parigi o Vienna. A Cracovia frequenta la scuola “J. Sobieski” e successivamente la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Jagellonica.
Si esibisce occasionalmente con alcune orchestre della città. Come compositore si forma sotto la guida di Władysław Żeleński e Feliks Nowowiejski.
Si laurea nel 1913 e inizia a lavorare nell’azienda di prodotti alimentari del padre, ampliandola e gestendola direttamente dal 1930, morto il genitore. Uno dei suoi obiettivi, a quanto pare, era quello di garantire un reddito al suo unico figlio. Poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i genitori e le due sorelle di Jerzy partirono per Vienna, lasciandolo a gestire l'attività. Nonostante questa responsabilità, trovò comunque il tempo di suonare il flauto in un'orchestra locale e l'organo nella cattedrale. Nel 1917 sposò Małgorzata (Margaret) Schoenówna, conosciuta un decennio prima. Fu in quel periodo che furono scritte le sue prime composizioni (brani per pianoforte, canzoni e una suite per orchestra d'archi), sebbene la maggior parte non sia sopravvissuta.
Le prime composizioni di Gablenz risalgono agli inizi del XX secolo, si tratta di studi, brevi pezzi per pianoforte e per voce e pianoforte; di questi lavori Gablenz non compila alcun catalogo ritenendoli poco significativi, soltanto dopo la fine della prima guerra mondiale tiene un elenco delle sue opere. Gli anni ’20 sono il suo periodo più fecondo; tra le composizioni più importanti figurano alcuni poemi sinfonici scritti tra il 1923 e il 1925, tra cui “Campi soleggiati”, “Pellegrino” e “Nelle montagne”. Del 1926 è il Concerto per pianoforte Op. 25, oggetto della registrazione della Radio polacca in occasione del centenario della nascita. Gablenz non è un compositore innovativo e la sua musica, dopo la seconda guerra mondiale, raramente viene eseguita.
Gablenz era dotato di un eccezionale talento compositivo, dedicandosi in parte alla gestione dell'azienda di famiglia e allo studio di legge, riuscì comunque a scrivere, tra gli altri, un'opera, poesie sinfoniche, un concerto per pianoforte e soprattutto 86 canzoni, che erano la sua forma di espressione preferita, e una monumentale sonata per violoncello.
L'oscurità di Jerzy Gablenz potrebbe essere in parte dovuta a una litania di opere rimaste incomplete o mai eseguite. Il concerto per pianoforte, ad esempio, completato il 20 settembre 1926, non fu eseguito fino al 1977 in un concerto a Santo Domingo (con il pianista Józef Stompel come solista), dove Thomas Gablenz, uno dei figli di Jerzy, aveva preso dimora. Gablenz utilizza uno stile post-romantico, pieno di slancio e cambiamenti di umore. Qui si possono trovare echi dell'opera dei suoi professori, Zelenski e Nowowiejski, ma anche di Rachmaninoff. La forma estesa e la trama densa sono una sfida per gli artisti.
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