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giovedì 11 aprile 2024

Richard Wagner

Lipsia 22-V-1813 - Venezia 13-II-1883

Stabilitosi a Dresda con la madre in tenera età, passò nel 1826 a Lipsia dove studiò per breve tempo alla Thomasschule e poi con Weinlig e frequentò contemporaneamente l'Università. Fu poi a Vienna e a Praga e nel 1833 era maestro di coro e sostituto al teatro di Wiirzburg; passò a Magdeburg e a Konigsberg, dove sposò Minna Planer, e nel 1837 era a Riga come direttore d'orchestra a quel teatro. Dal 1839 visse stentatamente a Parigi, entrando peraltro in proficuo contatto con quell'ambiente musicale, e nel 1842 ritornava in Germania, dove incominciavano ad essere apprezzate le sue opere. Dal 1843 al '49 fu maestro di cappella alla corte di Dresda, ma dovette poi rifugiarsi a Weimar avendo preso parte ai moti rivoluzionari del maggio '49. A Weimar trovò l'amicizia e la protezione di Liszt, con cui rimase legato per tutta la vita da una profonda amicizia e venerazione, e nello stesso anno si stabili in Svizzera presso Zurigo, assentandosi ripetutamente per viaggiare in Italia e Francia e per dirigere una serie di concerti a Londra. Dal 1857 al '58 fu ospite della famiglia Wesendonk, ma in seguito all'idillio sbocciato tra lui e
Mathilde e alle conseguenti ire della moglie Minna, lasciò la Svizzera per
Venezia, poi fu a Lucerna e nel 1859 a Parigi dove rimase fino al 1862.
In quell'anno poté finalmente rientrare in Germania e si stabili a Biebrich dove trovò nuove amicizie femminili in Mathilde Maier e Friederike Meyer. Diresse l'anno seguente a Pietroburgo, Budapest e Praga, e nel 1864 Luigi II di Baviera lo invitò a Monaco regalandogli una villa. Qui fece venire come direttore d'orchestra al Teatro di Corte l'amico Hans von Biilow, ma dopo due anni, in seguito alla sempre più forte ostilità incontrata presso l'ambiente della corte, lasciò Monaco e si stabili a Tribschen presso Lucerna, dove si unì definitivamente a lui Cosima Liszt, moglie di Biilow. Qui entrò in contatto con Nietzsche, e nel 1872 si trasferì a Bayreuth, dove quattro anni dopo si inaugurò il teatro da lui voluto e dedicato alla sua opera; più tardi si stabilì a Venezia, dove fu stroncato da un attacco di cuore. 

Genio multiforme, intelligenza aperta e curiosa di ogni no­vità, rivoluzionario in gioventù e conservatore nella vecchiaia, assetato di esperienze, autore di parecchi volumi di scritti, saggi, pamphlets e opere letterarie di vario genere oltre che di tredici opere teatrali che incisero profondamente sull'evoluzione
della musica, Wagner fu indubbiamente una delle figure più affascinanti del secolo scorso. Temperamento egoistico e accentratore, egli trasferì anche nell'arte l'esigenza di ricreare ex novo un mondo in cui convergessero le esperienze più diverse della musica, dell'arte figurativa e della letteratura, creando quella teoria del "Gesamtkunstwerk" (opera d'arte totale) che costituisce la sua intuizione teorica più singolare anche se fu destinata a rivelarsi ben presto irrealizzabile. Ma nel campo precipuamente musicale fu comunque un innovatore di grandi ambizioni: rigettò infatti la forma tradizionale dell'opera a forme chiuse e concepì una forma teatrale basata su un continuum temporale, non spezzettato in singoli episodi ma incessante nel suo costante variare; per supplire all'abolizione della forma tradizionale introdusse nell'opera il "Leitmotiv," cioè un tema musicale legato a ogni singolo personaggio o ad ogni singola situazione drammatica, che acquista la funzione di elemento cementatore della struttura musicale, ricorrendo nel
corso dell'opera ogni qualvolta sia fatta menzione del personaggio a cui il Leitmotiv stesso si riferisce.

Overtures and Preludes

RIENZI (Cola Rienzi, der letzte der Tribunen): "Ouverture" dell'opera (1840)
Ancora concepita secondo i moduli grandiosi e patetici dell'opera francese, il Rienzi (rappresentato per la prima volta nel 1842) è un lavoro decisamente immaturo e non viene ormai quasi più eseguito nella sua interezza (la trama
si ispira al tribuno del popolo Rienzi, che scaccia dalla città gli aristocratici ma cade infine vittima degli intrighi dei nobili e del clero).
L"' Ouverture" rimane indubbiamente la pagina più felice dell'opera, ed essa rispecchia assai bene nel suo vasto impianto sinfonico l'idea conduttrice dell'azione, che è quella della liberazione del popolo. La forma è quella della sonata, i terni hanno carattere nobile ed eroico e il linguaggio armonico e
strumentale, pur restando ancora tributario della pomposità dell'opera di Meyerbeer, presenta già alcuni tratti assai personali del futuro autore di Maestri cantori.

PARSIFAL: "Preludio" dell'opera (1882)
Il Parsifal è l'opera più ascetica, più lontana dalla realtà che Wagner abbia
concepito. Abbandonato il mondo pagano della Tetralogia, egli si volge ora alla cristianità, che esalta in questa specie di solenne rappresentazione sacra. Il "Preludio" riflette naturalmente l'impostazione di tutta l'opera (in cui peraltro esiste anche il mondo del male, rappresentato dal mago Klingsor), e
secondo le indicazioni dello stesso Wagner si basa su tre temi: quelli dell'amore (in realtà è il Leitmotiv del Gral), della fede e della speranza, che nel corso della musica giungono a un punto culminante di espressione per poi rifluire in un impercettibile pianissimo alla fine del "Preludio," quasi a simboleggiare il decorso di tutto il dramma.

L'OLANDESE VOLANTE o IL VASCELLO FANTASMA (Der Fliegende Holliinder): "Ouverture" dell'opera (1841)
Rappresentata per la prima volta nel 1843, è la prima opera che possiamo
considerare tipicamente wagneriana per l'acceso pathos degli sviluppi musicali, anche se l'impostazione formale è ancora quella dell'opera a forma chiusa.
L'"Ouverture" è un brano romanticamente ispirato che rispecchia assai bene il contenuto del dramma (l'olandese è condannato a vagare eternamente per i mari e a terrorizzare i naviganti finché una donna fedele non lo salverà da questa maledizione), ed essa segue in forma abbreviata gli sviluppi della vicenda, dal disperato vagare del protagonista, allo scoppio di una violentissima tempesta fino alla pace e alla liberazione incontrata nell'amore. 

LOHENGRIN: "Preludio" dell'opera (1848, 1^ rappresentazione 1850)
Questo brano orchestrale rappresenta - sono parole di Wagner - « la miracolosa discesa del Gral (la coppa in cui fu raccolto il sangue di Gesù Cristo crocifisso) scortato dalla schiera degli angeli e la sua consegna ad uomini eletti. » 
Tutto il "Preludio" è dunque pervaso da un sentimento ultraterreno che è meravigliosamente espresso nella musica: si inizia in pianissimo nel registro acuto, poi scende gradualmente verso il grave arrivando a un fortissimo degli ottoni e ritorna ad altezze aeree per spegnersi infine in un tenue pianissimo dei violini e dei flauti. Tutta la musica descrive un arco nobilissimo, quasi ininterrotto, equilibrato negli effetti fonici e assai ben dosato nei crescendo e decrescendo. Tutto il "Preludio" si svolge in tempo lento.

TRISTANO E ISOTTA (Tristan und Isolde) "Preludio e Morte d'Isotta" (1859, 1^ presentazione 1865)
Lo stesso Wagner ideò l'accostamento di questi due brani strumentali, che stanno rispettivamente all'inizio e alla fine dell'opera, per le esecuzioni in sede di concerto. Di fatto sono due pagine estremamente rappresentative di tutta l'opera, e ne condensano meravigliosamente il più riposto significato conducendo l'ascoltatore dalle più struggenti sensazioni di una violenta e totale passione d'amore fino a rantoli disperati di una morte a sua volta causata dall'amore. I succhi più segreti di Tristano rifluiscono in questi due brani, che stanno fra le creazioni più alte dello spirito umano.
Il cromatismo struggente del "Preludio" ('Lento e languente . . . ') il suo instancabile tendere verso l'alto per poi inesorabilmente ricadere, e infine le inesauste ascese melodiche della "Morte d'Isotta," che solo negli ultimi istanti si placano e si distendono in un clima di rassegnazione, tutto questo è
realizzato da Wagner con maestria straordinaria: non si stenta certo a credere che egli abbia riversato in questa musica tutta la sua passione per Mathilde Wesendonk e poi tutta la disperazione dell'abbandono (Isotta muore d'amore): è una musica che trascina l'ascoltatore in un vortice di sensazioni unico
nell'opera dello stesso Wagner.

I MAESTRI CANTORI DI NORIMBERGA (Die Meistersinger von Nürnberg) 'Preludio" dell'opera (1867, 1^ rappresentazione 1868)
I Maestri cantori stanno al polo opposto di Tristano, nell'ambito della produzione wagneriana. Quanto questo era caratterizzato da atmosfere cupe e struggenti, da un'aspirazione intensa e vana, da un fatalistico pessimismo, tanto quelli sono un canto luminoso e sereno, un'opera carica di realismo e di ottimismo, un canto di fede nella vita, nel trionfo del bene, nella vittoria della semplicità e della virtù sulla bassezza e sull'intrigo.
Lo stesso Wagner diede una illustrazione di questo grandioso "Preludio" : « I maestri cantori avanzano in solenne corteo davanti al popolo di Norimberga, portando in processione le leges tabulaturae, in cui sono gelosamente custodite le leggi antiche di una forma poetica il cui contenuto era scomparso
da tempo. » La descrizione continua facendo sfilare davanti ai nostri occhi tutti i personaggi della commedia, le masse festanti del popolo di Norimberga, i giudici severi della gara poetica. E di fatto tutto il "Preludio" è un succedersi e un intersecarsi di bellissimi temi, che sono poi i temi principali che accompagneranno l'ascoltatore per tutta l'opera. Ma anche questa volta siamo di fronte a un brano che può avere valore autonomo e che nella sua giubilante festosità rispecchia fedelmente il carattere sereno e insieme intimamente poetico della lunga opera.

TANNHAUSER: "Ouverture" dell'opera (1845)
Col Tannhauser Wagner si accosta per la prima volta a un argomento tratto dalle leggende della Germania cristiana. Tannhauser si è dato alle gioie dell'amore sul monte di Venere e viene scacciato dalla Wartburg. Si reca allora in pellegrinaggio a Roma ma nemmeno il papa lo perdona: tornato al monte di Venere, viene qui liberato dalla sua condanna attraverso la morte di Elisabetta, che lo ama, morendo a sua volta finalmente in pace con se stesso.
L"'Ouverture" del Tannhauser è uno dei più ampi e perfetti affreschi sinfonici di Wagner, e in esso il musicista illustra il conflitto interiore dell'eroe, la sua disperata ricerca di perdono. La composizione impiega temi tratti dall'opera e comprende alcune pagine che preludono al Wagner di Tristano, ad esempio la parte centrale che riecheggia le voluttà del monte di Venere. La "Ouverture" si inizia col motivo del coro dei pellegrini ('Andante maestoso'), poi viene l"Allegro' (monte di Venere) che sfocia in un 'Molto vivace,' mentre nel finale
ritorna l'inno grandioso del corteo dei pellegrini, simbolo della vittoria della purezza sui peccati della carne.

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