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mercoledì 17 aprile 2024

Maria Cristina Buoso: Pensiero killer


Kirk si alzò dal letto, si diresse alla finestra e l’aprì, inspirò profondamente, si tolse l’accappatoio ed uscì nudo sul terrazzo dell’attico del suo appartamento al quindicesimo piano di una città che gli era familiare come il Tibet.
Si guardò attorno, le luci della notte stavano lasciando il posto alla luce del giorno che a fatica si faceva strada tra l’inquinamento. Come ogni mattina fece la sua mezz’ora di ginnastica e di yoga prima della doccia che l’avrebbe riconciliato con quel mondo che gli era estraneo.
Poggiò la tazza del caffè vicino al PC e cominciò a scrivere sulla tastiera una serie di sigle che gli permisero di entrare nel server del computer che utilizzava come casella postale segreta, si mise a leggere tutte le email arrivate negli ultimi giorni fino alle più urgenti a cui prestò maggior attenzione e a cui decise di dare la precedenza. 
Era fortunato, poteva fare il suo lavoro comodamente da casa e scegliere quello che gli avrebbe fruttato maggior guadagno con poco impegno. Nessuno lo conosceva e questo era un vantaggio per lui. Usciva dal suo attico due o tre volte all’anno e solo se ne aveva voglia.  Internet era una bella invenzione, tutto quello di cui aveva bisogno lo ordinava e gli veniva recapitato a casa. Abitava lì da circa dieci anni e nessuno l’aveva mai visto, era una struttura abitativa in cui vivevano più di 300 persone, tutte indifferenti alla curiosità. Nessuno doveva invadere la sua privacy, neppure la donna che veniva a tenergli pulito l’appartamento due volte alla settimana, quando arrivava lui si spostava in un’altra stanza fino a quando non andava via.
Si mise a studiare i due casi per capire come svolgerli al meglio e dopo un accurato esame decise che quello del signor X dovesse avere la precedenza. Doveva essere risolto entro un’ora altrimenti.............. sospirò! Tutti lo cercavano quando ormai il tempo stringeva, mai nessuno che si preoccupasse di contattarlo in tempo. Questo era l’unico handicap del suo lavoro.
Un giorno, di circa undici anni fa, scoprì di avere delle particolari capacità di comunicare con il pensiero. Quel giorno, il suo datore di lavoro l’aveva trattato male davanti ai suoi colleghi e questo lo fece arrabbiare in una maniera che non gli era mai successo prima. Lo fissava con odio e lo immaginava soffocato dalle sue parole; davanti a tutti morì soffocato mentre urlava e imprecava. La polizia non capiva come fosse successo e nessuno sospettò di lui. Anche Kirk non capì subito che era stato lui l’artefice di quella morte improvvisa.  
Lentamente cominciò a ricordare alcuni episodi della sua vita a cui non sapeva dare una spiegazione logica e si mise a leggere tutto quello che trovava sull’argomento, voleva essere sicuro di avere quella particolare capacità. Doveva fare una prova per essere sicuro, per cui decise di vendicarsi di una donna che lo aveva lasciato qualche mese prima. Visualizzò la casa dove abitava; sapeva che alle otto di mattina lei faceva una breve corsa attorno alla sua abitazione prima di andare al lavoro e con il pensiero l’accompagnò durante la sua corsa e quando la sentì in affanno la costrinse a correre sempre più forte fino a quando non morì perché il cuore non riusciva a reggere lo sforzo. 
Kirk decise in quel momento quale sarebbe stato il suo futuro lavorativo. 
Si dimise da un lavoro che detestava e cominciò a creare la sua nuova attività passo dopo passo con calma e precisione. Nel Dark web la sua sigla era una garanzia di successo di un lavoro ben eseguito, certo costava un po' ma garantiva sempre il risultato.
Si diresse sul terrazzo nell’angolo che aveva riservato come area di lavoro. Si sedette su di un cuscino morbido tra piante di edera e di ibisco, si mise davanti una foto della futura vittima e il programma della sua giornata tipo, trovò il momento giusto per intervenire senza destare sospetti e si concentrò. Visualizzò la vittima, l’accompagnò per alcuni minuti e appena arrivò il momento propizio................. ecco fatto!
Aveva terminato il primo incarico, prese un fiammifero, bruciò i fogli che aveva davanti a sé, inspirò con calma e si alzò in piedi, rientrò nello studio, prese gli altri fogli per il secondo intervento e sorseggiando il suo caffè ritornò sulla terrazza per l’ultimo servizio della giornata, poi l’attendeva un meritato riposo.

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