Francia, 1905 l Maurice Leblanc
Creato dallo scrittore francese Maurice Leblanc e apparso per la prima volta sulla rivista Je sais tout in un racconto che curiosamente si intitola L'arrestation d'Arsène Lupin (anche se l'arresto è naturalmente ben presto seguito da una delle sue numerosissime evasioni), questo brillante avventuriero, sorta di moderno Robin Hood che ruba ai ricchi, ma non sempre dona ai poveri, dato che preferisce tenere per sé il frutto delle sue stravaganti e temerarie imprese, piacque subito ai lettori, e l'editore Pierre Lafitte, che da tempo stava cercando un personaggio da poter contrapporre al popolarissimo Sherlock Holmes, chiese all'autore di continuare a
scrivere le sue mirabolanti avventure. Cosa che Leblanc fece prontamente, raccontando una cinquantina di storie dell'affascinante ladro gentiluomo, raccolte in seguito in numerosi volumi.

Personaggio secondo alcuni in parte ispirato a un certo Jacob, capo di una banda di svaligiatori, che operò in Francia, Italia, Spagna e Svizzera, prediligendo abitazioni di lusso, castelli e ricche chiese, che versava il dieci per cento del "ricavato" alle organizzazioni anarchiche e ai loro giornali e che al proprio processo rivendicò il diritto di rubare quando coloro che producono tutto non hanno niente e coloro che non producono niente hanno tutto (anche se in realtà l'eroe di Leblanc ama agire da solo ed esordisce sulle pagine di Je sais tout un anno prima del clamoroso processo a Jacob), Arsenio Lupin è un vero maestro in fatto di travestimenti e ama presentarsi ogni volta sotto un aspetto diverso: come il visconte Raoul d'Andrésy, come il principe Semine o come il detective Jim Barnett. In diverse occasioni si trasforma addirittura nell'ispettore Lenormande della Sftreté e dirige le indagini ufficiali … su se stesso!
Le peculiarità dei romanzi di Leblanc (che si considerava una specie di "schiavo" del proprio personaggio e sosteneva: «Non è lui la mia ombra; sono io la sua ombra») si basano su una serie di stereotipi che fanno parte di un repertorio ben definito del feuilleton, la letteratura popolare ottocentesca: le origini aristocratiche e misteriose dell'eroe-fuorilegge, il suo approccio per lo più intellettuale se non addirittura "sportivo" all'ambito criminale, il fascino di irresistibile avventuriero, l'eleganza mondana, le molteplici identità; la lotta, in genere incruenta e spesso venata da un benevolo umorismo, con uno o più rappresentanti della legge, sistematicamente beffati; il carattere generalmente amorale del personaggio, ma la sua fondamentale disposizione a schierarsi dalla parte di un ideale; il progressivo concedersi al servizio della legge ufficiale. Dopo una lunga "carriera" da eroe-fuorilegge e una lunghissima serie di successi, a un certo punto anche Arsenio Lupin, come molti altri ladri-gentiluomini della letteratura popolare e della narrativa poliziesca, passerà infatti dall'altra parte della barricata mettendosi addirittura a disposizione della polizia. Anche se sempre a modo suo, naturalmente.
Come si sa, i giornali a cavallo tra '800 e '900 avevano in ultima o penultima pagina una sorta di prolungamento del giornale, un'appendice (feuilleton in francese) in cui pubblicavano romanzi, con lo scopo di attirare un maggior numero di lettori: in più, il fatto che questi supplementi letterari fossero a puntate mirava a "fidelizzare" il pubblico, cioè a indurlo a continuare l'acquisto del giornale per poter seguire lo svolgimento della storia.
Si trattava di romanzi a tinte forti, spettacolari, romantici, destinati a un pubblico "popolare", e ciò portò alla creazione di uno sterminato numero di nuovi personaggi: spesso si trattava di figure studiate appositamente per le lettrici, in ogni caso le vicende dovevano necessariamente essere a effetto, piene di avventure e colpi di scena.
Le memorie di Eugène-François Vidocq, il leggendario ladro divenuto capo della Sûreté, fin dalla metà del XIX secolo avevano creato la base per il proliferare di questi eroi avventurieri, in particolare sui quotidiani francesi, inglesi e americani: Rocambole, Sherlock Holmes, Raffles, Godahl l'Infallibile, Rouletabille, Lupo Solitario, Zigomar, Fantômas.
E, dalla penna del talentuoso Maurice Leblanc, Arsène (in Italia c'era l'abitudine di tradurre, quindi Arsenio) Lupin, naturalmente: Gentleman-Cambrioleur, Ladro Gentiluomo. Per antonomasia.

Impeccabile aristocratico in frack, clochard dai panni sdruciti e puzzolenti, rubicondo curato di campagna, stizzoso ed esile vecchio: Lupin maestro del travestimento che anticipa (la sua prima avventura, L'arresto di Arsène Lupin, esce nel 1907 sul periodico Je sais tout) i mille volti di quel Fantômas che - almeno nei libri - non vediamo mai nel suo vero aspetto.
Ma, a parte le ovvie caratteristiche che hanno tutti i fuorilegge dei romanzi - progettare colpi audacissimi, riuscire a evadere sempre, maneggiare superbamente ogni tipo di arma, farsi beffe della polizia, ecc. - tra Lupin e Fantômas non vi è altro in comune; anzi, si collocano su versanti diametralmente opposti: al raffinato ésprit del primo, che gode allegramente gli anni ruggenti della borghesia e manifesta liberamente la sua vocazione di tombeur de femmes, si contrappone il cupo nichilismo del secondo, spietato anche con le donne che gli sono vicino, compresa la figlia, eversore di ogni ordine che non sia il proprio. Se Fantômas era totalmente amorale, fedele solo a se stesso, Lupin è innocuamente immorale, ruba per sè, si capisce, ma sa essere generoso, gabba continuamente i poliziotti, eppure c'è un fondo di giustizia che lo anima e che spinge il lettore-spettatore a schierarsi con lui senza riserve, senza oscuri sensi di colpa.

Anche il cinema si è interessato alle imprese di Arsenio Lupin. The Teeth of the Tiger (I denti della tigre) è un film muto del 1919 diretto da Chet Withey (Chester Withey). Ambientato a New York, ha come protagonista il personaggio di Arsène Lupin, qui interpretato da David Powell, ritirato a vita privata sotto falso nome. Il film fu prodotto dalla Famous Players-Lasky Corporation (Paramount Pictures). Il ruolo di Florence Chandler era stato affidato in origine all'attrice Anna Lehr che, ammalatasi, venne sostituita a metà delle riprese da Marguerite Courtot.

Ma è negli anni Trenta e Quaranta che vengono prodotti i migliori film su questo personaggio, che è stato interpretato da John Barrymore nel 1932 in Arsenio Lupin (Arsène Lupin), diretto da Jack Conway, sei anni dopo da Melvyn Douglas in Dopo Arsenio Lupin (Arsène Lupin returns), diretto da George Fitzmaurice, e nel 1944 da Charles Korvin in Arsenio Lupin (Enter Arsène Lupin) per la regia di Ford L. Beebe.

Successivamente ritroviamo Le avventure di Arsenio Lupin (Les Aventures d'Arsène Lupin) diretto da Jacques Becker (1957), suddiviso in circa 4 episodi, racconta le furtive gesta del ladro gentiluomo Arsenio Lupin impegnato nel furto di quadri rinascimentali e gioielli di altissimo valore. Rifacimento de I denti della tigre (The Teeth of the Tiger) di Chester Withey del 1919, il film rappresenta una coproduzione italofrancese. Il film uscì in Francia il 22 marzo 1957 distribuito dalla Gaumont, e in Italia il 15 novembre dello stesso anno da Cei-Incom.
Il ritorno di Arsenio Lupin (Signé Arsène Lupin) del 1959 diretto da Yves Robert e il seguito de Le avventure di Arsenio Lupin del 1957. Al ritorno dalla Grande Guerra Arsenio Lupin riprende la propria "attività" di ladro. Ancora una volta l'obiettivo sono dei dipinti rinascimentali. Tra i luoghi scelti per le riprese vi è Firenze; in particolare vengono ripresi Palazzo Vecchio, la Fontana del Nettuno, l'Ercole e Caco e Ponte Vecchio. Il film uscì in Francia l'11 novembre 1959; in Italia il 20 gennaio 1960.

Nel 2004 esce Arsenio Lupin, diretto da Jean-Paul Salomé, basato sul personaggio del ladro gentiluomo Arsène Lupin, protagonista del romanzo La contessa di Cagliostro scritto da Maurice Leblanc nel 1924. In Italia è uscito il 23 novembre 2005 direttamente in home video. Il film termina con una situazione drammatrica, lasciando lo spettatore in sospeso (situazione definita cliffhangher narrativo) che però non si risolve perché la pellicola, che ha avuto un esito economico fallimentare, non ha mai avuto un seguito.
Nel 1972 la televisione francese ha prodotto una nutrita serie di telefilm sul personaggio, affidandone la regia a Jean-Pierre Desognat e il ruolo di protagonista al bravissimo Georges Descrières. Questa ottima serie è stata trasmessa anche dalla televisione italiana, mentre soltanto due episodi di un'altra miniserie francese, realizzata nel 1979 con Jean-Claude Brialy nel ruolo del popolarissimo ladro gentiluomo, dovrebbero essere stati trasmessi nel nostro paese.
Arsenio Lupin gioca e perde (Arsène Lupin joue et perd) è una serie televisiva francese in 6 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di una sola stagione nel 1980, inedita in Italia.
Il ritorno di Arsène Lupin (Le Retour d'Arsène Lupin) è una serie televisiva francese in 12 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di una sola stagione dal 1989 al 1990, inedita in Italia.
Infine la serie televisiva francese prodotta da Gaumont e pubblicata su Netflix, a titolo Lupin. Un giovane senegalese, immigrato in Francia con il padre quando era un ragazzino, che in seguito all'accusa di furto e alla morte del padre da parte della famiglia Pellegrini, cresce con la convinzione che il padre fosse davvero colpevole. Venticinque anni dopo la ricomparsa della collana, oggetto del furto, inizia a pianificare la sua vendetta nei confronti della famiglia Pellegrini ispirandosi alle imprese di Arsenio Lupin.
I romanzi di Maurice Leblanc sono stati pubblicati in Italia da Sonzogno e da Bompiani, mentre può essere curioso ricordare che le avventure di questo personaggio sono state continuate in alcuni divertenti romanzi scritti da Pierre Boileau e Thomas Narcejac, la più famosa "coppia" del giallo francese contemporaneo.
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