venerdì 11 gennaio 2019

Ricordi e Nostalgia di Alido Ramacciani


Alido si presenta: ero bambino quando ho sentito per la prima volta questa frase: " Il dolore e le difficoltà fanno crescere ".
Io, essendo un bambino molto curioso, ho incominciato a rifletterci su; ne ero addirittura un poco spaventato: Io ero felice!
Avevo una madre meravigliosa, un padre che posso definire con tre parole: "una bella persona", un fratellino che era un amore e una gioia. Così mi sono posto la domanda : "Allora io, che sono felice, non crescerò mai?".

Ero veramente spaventato, e un giorno ne ho parlato con la mia mamma, si è messa a ridere ed ha cercato a modo suo di spiegarmene il significato. Non che io abbia capito molto, ma mi sono tranquillizzato: "Crescerò anche se sono felice; meno male!". Quando ho iniziato a frequentare la prima media, la materia che proprio mi stava sullo stomaco era l'Italiano, soprattutto le poesie. Non le digerivo, non ne capivo il senso: a cosa mi serviranno poi nella vita? E ho cercato sempre di starne il più lontano possibile. I poeti per me erano persone che esistevano solo per creare problemi a noi ragazzini. Finita la scuola dell'obbligo sono andato ad imparare un mestiere, che poi ho esercitato per tutta la mia vita lavorativa. Sicuramente ho fatto la scelta giusta, l'economia familiare non mi avrebbe permesso di andare avanti con gli studi. Oggi sono un signore di sessantaquattro anni, in pensione. La mia vita non è stata facile e non lo è tuttora, ho dovuto superare e convivere con problemi di tutti i tipi.



A mie spese ho capito il significato di quella frase che da bambino mi aveva un po’ spaventato. Io non so se sono cresciuto solo per le difficoltà che mi sono piovute addosso; se così fosse giuro che avrei preferito rimanere bambino. Il dolore, la malattia e la morte di persone care hanno creato in me un vuoto, e un dolore indescrivibili. Pensavo di non farcela; mi sentivo morire dentro. Fortunatamente avevo una donna e dei bambini; loro mi hanno aiutato ad andare avanti; per loro dovevo vivere.
Un giorno, ero così arrabbiato e deluso che ho scritto una lettera al Signore, manifestandogli tutta la mia disapprovazione per le prove che mi aveva dato da superare. Rileggendo quella lettera mi sono accorto che parlare con Lui, aveva placato un poco della mia rabbia e del mio dolore. Ho incominciato a scrivere a mio fratello, alla mia mamma, al mio babbo.
Stavo finalmente parlando con loro serenamente, senza rabbia. Scrivendo parlo anche con la mia bambina.
Il destino, d'altronde, non mi ha lasciato nessun’altra possibilità. Sono entrato in una fase della mia vita completamente nuova.
Se avessi un minimo di cultura in più, mi sarebbe più facile mettere su un foglio di carta tutto quello che ho dentro; ma alla fine non è poi così difficile scrivere quando hai in te qualcuno che ti suggerisce:" E' come fare un dettato ".
Nonostante tutto credo di essere una persona fortunata; seppur nel dolore ho trovato me stesso, e sono compiaciuto per come scrivo, e per quello che sono diventato. Oggi guardo la vita con occhi diversi, riesco a vedere cose che non sapevo neanche esistessero.

Quei poeti che avevo rifiutato da bambino oggi mi affascinano; vorrei tanto essere uno di loro, ma  per me ormai è troppo tardi. Oggi mi interrogo: come mai mi è servito così tanto tempo per capire cose cosi semplici?
Io credo che una delle ragioni sia stata la difficoltà di capire il significato di quello che mi volevano dire. Anche oggi leggendo alcuni poeti contemporanei trovo spesso parole a me sconosciute; io credo che la poesia debba essere di tutti e quindi comprensibile per tutti. Sento dire che la poesia è di chi la legge : come si fa a leggere la poesia se non la si capisce.

Non voglio assolutamente pensare che per capire i sentimenti che escono da un’anima, si debba avere una laurea.
Perciò io descrivo i mie con parole semplici, affinché possano tutti capirne il significato: anche, e soprattutto i bambini, sperando che ne trovino piacere, e continuino a leggere anche da grandi e che li possa aiutare nella loro vita.
Comunque se sono cresciuto e forse spero diventato un uomo migliore, lo devo soprattutto alla fortuna di essere riuscito a spalancare gli occhi, e averli usati per guardare tutto, e non solamente ciò che mi faceva comodo vedere.
Oggi riesco finalmente scrivendo a scherzare su fatti, e situazioni, che mi hanno accompagnato nella mia vita, sdrammatizzandola un poco.

Nessun commento:

Posta un commento